Neanche nel decreto Sostegni ter il governo non ha inserito gli aiuti alla filiera dell’outdoor bloccata in 36 comuni liguri. Lo rileva Confagricoltura Liguria, che invece accoglie positivamente la notizia sull’imminente delibera regionale per le deroghe alle attività outdoor nei comuni interessati dalle restrizioni della peste suina.
«Speravamo − afferma il presidente ligure di Confagricoltura, Luca De Michelis − che l’emendamento proposto da Confagricoltura Liguria e fatto proprio da tantissimi Senatori e Gruppi e proposto sul ‘Sostegni Ter’ passasse, essendo sia logico che di pressoché nullo impatto economico. Così non è stato né in questa occasione né nella precedente discussione sul ‘milleproroghe’ di qualche settimana fa».
Confagricoltura Liguria, già all’indomani dello “scoppio” del focolaio di Psa che interessa 36 comuni liguri, si era fatta parte attiva di questa proposta.
«Abbiamo chiesto al governo per tramite del presidente e del vicepresidente che il 26 gennaio avevano incontrato i ministri Patuanelli e Speranza, di attuare due misure semplici ed efficaci come il posticipo del pagamento delle scadenze fiscali, tributarie e previdenziali per tutte le aziende della filiera, per un anno, e la contemporanea moratoria dei mutui bancari contratti dalle imprese ‘danneggiate’ nell’immediato».
Ma dal governo è arrivato ancora un no, sottolinea Confagricoltura, dopo il primo sul “mille proroghe”, su queste due misure utili alle aziende che da quasi tre mesi hanno visto le proprie attività ferme a causa del “lockdown turistico”.
«Avevamo accolto con vivo piacere il fatto che il governatore − precisa De Michelis − avesse con forza posto l’accento, nel suo incontro del 25 gennaio scorso con i ministri Speranza e Patuanelli, sulla necessità di immediati strumenti di supporto a tutta la filiera dell’outdoor ‘colpita’ dalle chiusure a causa della Psa nei territori di 36 comuni liguri. Confagricoltura aveva presentato questa proposta in sede di audizione sul ‘Sostegni Ter’ presso la V Commissione del Senato della Repubblica».
L’associazione ribadisce che una chiusura della fruibilità di tutte le attività dell’outdoor nei 36 comuni liguri cagiona un danno enorme a un comparto molto importante per una Regione a piena vocazione turistica, e la ‘miopia’ del governo sulle misure di sostegno da noi presentate, è francamente inconcepibile.
Lo stop forzato a trekking, passeggiate a cavallo, attività dei bikers, come degli escursionisti, in una realtà che, non va dimenticato, ha la sentieristica unica più grande di Italia, con l’Alta Via dei Monti Liguri, rappresenta il territorio più boscato d’Italia, e dunque più dedito ad attività a contatto con la natura, senza dimenticare i tanti Parchi Naturali, nazionali e non, rischia di avere gravi ripercussioni su aziende, agriturismo e ristorazione, locande e attività già provate da due anni di pandemia Covid-19.
«Unica nota positiva − afferma Confagricoltura Liguria − il fatto che a brevissimo la giunta regionale approverà una delibera atta ad attuare una serie di deroghe per le attività dell’outdoor, certamente utili a far ripartire questa filiera».