Wannenes presenta un viaggio emozionante nel cuore della tradizione del presepe napoletano attraverso la straordinaria collezione di Carlo Fazzina, frutto di oltre trent’anni di ricerca, studio e amore per l’arte e la cultura partenopea.
La raccolta, composta da esemplari rari e preziosi – molti dei quali provenienti da storiche famiglie di collezionisti come i Catello – non è solo una testimonianza artistica di altissimo livello, ma anche il riflesso di un legame profondo e ininterrotto con Napoli.
L’esposizione si terrà da venerdì 26 a domenica 28 settembre 2025 e l’asta sarà martedì 30 settembre, alle ore 16:00 a Wannenes Casa d’Aste, Villa Carrega Cataldi (via Albaro 11, Genova).
Il presepe napoletano
Carlo Fazzina, pur avendo vissuto per gran parte della sua vita a Roma, ha mantenuto un legame intimo, profondo e intellettualmente fertile con la sua città natale, Napoli. Un legame che si è tradotto nel tempo in una collezione viva e affettuosamente costruita, con l’intento di ricreare nella propria casa romana un piccolo mondo napoletano: attraverso libri, gouaches, e soprattutto pastori e scene presepiali.
La sua raccolta prende vita nei primi anni Novanta, con i consigli e la guida di un amico di famiglia, Renato Catello, antiquario e grande esperto del settore, erede di una delle più storiche famiglie di collezionisti di pastori, i Catello, la cui raccolta – iniziata dallo scultore Giuseppe (1814–1894) – ha attraversato generazioni ed è oggi in parte custodita nelle collezioni pubbliche del Museo di Capodimonte.
«Negli anni, scena dopo scena la collezione è diventata importante, affollata, le scene si sono moltiplicate, ingrandite, diventando ancora più approfondite le tematiche» spiega la professoressa Roberta Catello, curatrice del catalogo dell’asta.
Per Fazzina, il presepe era un atto d’amore verso Napoli: un omaggio alla sua arte, alla sua storia, al suo popolo.
L’arte del presepe napoletano comincia a svilupparsi nel Settecento quando la rappresentazione plastica della Natività perde la sua funzione esclusivamente devozionale per trasformarsi in una finestra sul mondo: accanto alla Sacra Famiglia compaiono musici, ostesse, mendicanti, mercanti, animali, oggetti d’uso quotidiano. Una vera e propria “azione teatrale”, riflesso della società del tempo, della pittura di genere, della scenografia barocca e della letteratura pastorale. Le scene si popolano di figure realizzate da scultori di altissimo livello, animate da una ricerca fisiognomica minuziosa, vestite con tessuti preziosi, accessoriate con strumenti musicali in miniatura, ceramiche, gioielli.
La collezione
Saranno complessivamente 99 i lotti della collezione, tutti databili tra il XVIII e il XIX secolo. Le opere comprendono figure e gruppi scenici attribuibili ad alcuni dei più importanti maestri dell’arte presepiale, tra cui Lorenzo Mosca, Angelo Viva, Nicola Ingaldi, Matteo Bottigliero, Camillo Celebrano, Giuseppe Sanmartino e Giuseppe Gori.
Il presepe è composto da sette scene: la Castagnara, il Mercato con la fontana, il Mercato arabo, il diversorium, il Gruppo dei mandriani, i Tre suonatori e la Natività; queste ultime due saranno le uniche ad essere presentate come unicum.
Apre il catalogo la composizione I Tre Suonatori (lotto 401): il gruppo rappresenta i musici Viggianesi, in origine collocati nella scena della Taverna per allietare con l’accompagnamento musicale il pasto degli avventori. I personaggi – un violinista, un suonatore di triccaballacche e un mandolinista – poggiano su un raffinato tavolino-carillon intagliato e sono accompagnati da un cane e dagli strumenti musicali. La composizione proviene dalla Collezione di Renato Catello che ne ha curato la scenografia e ha una stima di 8.000 – 12.000 euro.
Fra i lotti più interessanti La Castagnara (lotto 403), una figura dal forte realismo che rappresenta una venditrice di caldarroste, completa di utensili e cesti di castagne, e una mucca nell’atto di brucare (lotto 490). Entrambi i lotti sono valutati 2.600 – 2.800 euro.
Sarà presentato all’incanto anche un incantevole gruppo celeste di Angeli, Putti e Cherubini con vesti in tela, seta e ormesino, stimato fra 5.000 e 8.000 euro.
Il catalogo si chiude con una scena presentata come unicum, La Natività (lotto 499), stimata fra 10.000 e 12.000 euro. Composto da oltre venticinque elementi, tra cui la Madonna, San Giuseppe, l’Angelo, il Bambino Gesù, cherubini, animali simbolici e figure pastorali, questo ricco gruppo è un capolavoro di arte presepiale.
La presentazione della collezione e le schede dei lotti sono a cura della professoressa Roberta Catello.