Un etilometro che misura l’aria nella cabina di guida e non fa partire il mezzo in caso di rilevazione di alcol senza alcun soffio. Lo ha inventato l’azienda spezzina Sds, Sales and drive solutions. Il sistema si chiama Drive 1 ed è rivolto ad aziende che utilizzano autisti per cui è necessario il tasso alcolemico a zero. È così utilizzabile in tutte quelle situazioni dove non c’è una corrispondenza tra il proprietario del mezzo e l’utilizzatore.
Riccardo Failla, amministratore unico di Sds, spiega: «È una funzione che oggi, per quanto sappiamo, nessun altro etilometro svolge. Ha un’ulteriore componente di innovazione perché una volta che il camion ha ricevuto l’ok a partire con un led verde, svolge una funzione di monitoraggio del tasso alcolemico durante tutta la fase di guida all’interno dell’abitacolo». Il datore di lavoro viene così avvisato in corso d’opera nel caso lo stato alcolemico dell’autista cambi durante la guida.
Lo sviluppo è durato sette anni: «Non è stato semplice − afferma Failla − siamo anche incappati nei due anni di Covid, nell’anno di crisi della componentistica elettronica e via dicendo. L’obiettivo era quello di realizzare uno strumento che fosse assolutamente di prevenzione, cioè quello di intervenire in tempo reale nel momento in cui c’è un problema alcolemico e permettere all’autista di fermarsi e al datore di lavoro di sapere che c’è un problema alcolemico. Il dispositivo ha un led rosso che si accende in caso di rilevo alcolemico all’interno dell’abitacolo e invia un sms con la geolocalizzazione al datore di lavoro che in tempo reale sa dove si trova il mezzo».
Il concetto di far fermare l’autista è essenziale perché è quello che permette di togliere il rischio dalla strada.
Terminata la fase di sperimentazione, con aziende tester sul territorio, l’obiettivo è ora commercializzarlo: «Sicuramente potrà essere utilizzato per avere agevolazioni sul costo assicurativo dei mezzi, sul costo assicurativo Inail perché il dipendente ha un fattore di rischio inferiore e anche come strumento di indutria 4.0» chiarisce Failla. Quindi ci si può avvalere degli strumenti previsti dal modello “Industria 4.0”: credito d’imposta fino al 20% del costo dell’apparato.
Lo strumento non si presta al trasporto privato in quanto il tasso alcolemico ammesso è di 0,5 e poi Sds non intende gestire i dati per questioni di privacy. Alle aziende fornisce solo il numero di targa, non conosce il nome di chi guida.
La Sds ha come unico prodotto Drive 1: «Nasciamo per questo, su un’esperienza che io personalmente ho maturato in 20 anni di attività portuale alla Spezia, per cui con una conoscenza diretta del mondo dei trasporti e delle sue problematiche. Nasce da un’idea che si è presentata nel 2018, da lì siamo partiti e abbiamo fatto tutta la parte dell’ingegnerizzazione. Oggi è l’unico prodotto che abbiamo, anche perché è stato molto faticoso arrivare in fondo a realizzarlo e non è stato banale».
Tra i primi clienti c’è una società che fa trasporto di scuola bus, per esempio, o l’azienda Triacca della Spezia.
Il direttore commerciale Massimo Terenziani aggiunge: «Basta uno zero uno per subire il ritiro della patente, la perdita del posto di lavoro e magari causare un incidente. A oggi non esisteva sul mercato un dispositivo come il nostro».
Il prodotto è stato finanziato dai soci privati, tra cui Failla stesso, per tutto lo sviluppo di questi anni.
Questo tipo di etilometro “ambientale” misura dunque il tasso ecolemico nell’aria e può dare vita a dei falsi positivi: «Il gel per le mani non genera un allarme perché ha un altro tipo di andamento − chiarisce Terenziani − ci possono essere dei casi molto rari e sporadici in cui una qualche sostanza genera lo stesso andamento della persona che ha bevuto, ma sono molto rari e in ogni caso l’autista può motivare il falso positivo e questo viene catalogato come tale. È chiaro che se tutti i giorni c’è un falso positivo, il problema probabilmente sta davanti».
In caso di pullman turistico con possibilità di persone che hanno bevuto tra i passeggeri la cosa è un po’ più complicata: «I pullman moderni hanno una specie di cabina chiusa da vetri, quindi è comunque un ambiente abbastanza isolato − dice Terenziani − l’etilometro viene messo lì e quindi tendenzialmente non viene influenzato. Poi è chiaro che se c’è un pullman di alpini, faccio sempre questo esempio, dopo la cena ci sarà un falso positivo e si disabiliterà».