È stato presentato oggi il primo semestre 2024 del Rapporto di ricerca VentureCapital Monitor – VeM sulle operazioni di venture capital in Italia. Lo studio è stato realizzato dall’Osservatorio Venture Capital Monitor – VeM attivo presso Liuc Business School e realizzato grazie al contributo di Intesa Sanpaolo Innovation Center e Kpmg e al supporto istituzionale di Cdp Venture Capital Sgr e Iban, con l’obiettivo di sviluppare un monitoraggio permanente sull’attività di early stage istituzionale svolta nel nostro Paese.
Operazioni
Nel primo trimestre sono state realizzate 67 operazioni, che diventano 68 nei successivi tre mesi (+1,5%). Complessivamente il primo semestre 2024 si è chiuso con 135 operazioni (initial e follow on); erano 177 lo scorso anno (-24%). Se si guarda solo ai nuovi investimenti, initial, questi sono stati 94 rispetto ai 151 del primo semestre 2023. Per quanto riguarda l’ammontare investito sia da operatori domestici che esteri in startup e scaleup italiane, il valore si attesta a 600 milioni di euro, in aumento rispetto ai 510 milioni del 2023, distribuiti su 123 round (erano 158 nel primo semestre 2023). Si evidenzia che il dato è influenzato da due deal di grande dimensione, che pesano per il 40% del mercato. Si registra un aumento sull’ammontare investito in realtà estere fondate da imprenditori italiani che passa da 179 milioni a 270 milioni di euro, con un numero di operazioni in lieve calo rispetto all’anno passato (12 round rispetto ai 19). Sommando queste due componenti, il totale complessivo si attesta a 870 milioni di euro (erano 689 milioni nel primo semestre 2023).
Evoluzione dell’indice VeM-i
Nota: esclusi i programmi POC / i POC; Q1 2009=100
L’indice VeM-i fa registrare un valore pari a 1.150 nel secondo trimestre del 2024, in linea con i primi tre mesi dell’anno, ma distante dai valori trimestrali monitorati negli anni recenti.
«Se si vuole far arrivare al mercato tecnologie e innovazioni che provengono dal mondo della ricerca è fondamentale fare sistema: l’Università, il venture capital e l’industria sono i soggetti che insieme possono creare un ingranaggio sinergico funzionale a questo obiettivo – dichiara Anna Gervasoni, prorettrice Liuc – Università Cattaneo –. Il VeM monitora anche tali fenomeni e ha fotografato questo trend in crescita nel mondo del Tech Transfer. La strada è avviata ma bisogna continuare a supportare e investire in questo ambito per favorire l’innovazione del sistema industriale».
Commenta Paolo Anselmo, presidente di Iban: «Il primo semestre 2024 conferma la ripresa della filiera rispetto allo stesso periodo del 2023. I business
angel continuano ad avere un ruolo rilevante, partecipando in autonomia o insieme al Venture Capital italiano a quasi l’80% delle operazioni registrate, 490 milioni di euro su un totale di 623 milioni complessivamente investiti. Particolare soddisfazione anche per l’importanza crescente del seed, ambito principale di attività dei business angel”
Focus su Technology Transfer, Corporate venture capital e filiera dell’early stage
Il totale degli investimenti in Technology Transfer (TT) nell’ultimo anno e mezzo ha ricevuto un importante boost dall’attività dei poli e dei fondi di TT promossi da CDP Venture Capital SGR, rinvigorendo ulteriormente il trend di crescita iniziato nel 2018 grazie all’avvio dell’operatività dei 5 fondi supportati da ITAtech. L’effetto leva complessivo generato da queste iniziative su capitali terzi è pari a oltre 400 milioni di euro. Considerando l’attività svolta da investitori e poli di TT attivi nel nostro
paese, dal 2023 sono stati investiti oltre 375 milioni di euro su 172 operazioni, di cui 115 milioni nei primi sei mesi del 2024 (43 operazioni), valore già al di sopra della media annua investita nel periodo 2018-2022.
Evoluzione degli investimenti di Tech Transfer in Italia
Nota: i dati includono investimenti initial e follow-on e investimenti relativi a programmi di Proof-of-concept (POC) realizzati da investitori e poli di TT. Sono escluse le operazioni di TT condotte direttamente dalle università e dai centri di ricerca (ad es. POC interni) o da soli investitori privati. Nei prossimi mesi l’effetto leva complessivo raggiungerà 500 milioni di euro.
Con riferimento all’attività di corporate venture capital, nel primo semestre dell’anno, si conferma l’evidenza recente che vede una notevole presenza di imprese nei round di venture capital. In particolare, è stata registrata la partecipazione delle corporate negli investimenti a supporto delle realtà imprenditoriali nascenti o nella fase di primo sviluppo in circa il 28% dei round in società italiane.
Relativamente alle sole startup con sede in Italia, venture capital e corporate venture capital hanno investito 133 milioni di euro su 74 round, le attività di sindacato tra venture capital, corporate venture capital e business angel hanno fatto registrare investimenti pari a 467 milioni di euro su 49 operazioni e i soli business angel hanno investito 23 milioni in 16 round. Il totale di queste attività porta la filiera dell’early stage in Italia ad aver investito 623 milioni di euro su 139 round (era circa 525 milioni di euro su 175 round nel primo semestre 2023).
Distribuzione geografica e settoriale
Come per gli anni passati, a livello di investimenti initial, la Lombardia è la Regione in cui si concentra il maggior numero di società target, 32, coprendo il 38% del mercato italiano (50% nel primo semestre 2023). Seguono Piemonte (15%) e Lazio (11%). Dal punto di vista settoriale, l’Ict monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital, rappresentando una quota del 38%. L’Ict è costituito per un 25% da operazioni su startup nel comparto dei digital consumer services, e per il 75% su società con focus su enterprise technologies. Seguono le startup operanti nel settore delle Biotecnologie, con una quota del 11%.
Il Venture Capital Monitor – VeM è un Osservatorio nato nel 2008 e attivo presso Liuc Business School, promosso con AifiI e realizzato grazie al contributo di Intesa Sanpaolo Innovation Center e Kpmg e al supporto istituzionale di Cdp Venture Capital Sgr e Iban, con l’obiettivo di sviluppare un monitoraggio permanente sull’attività di early stage istituzionale svolta nel nostro Paese.