Con l’85% dei trasporti commerciali che in Italia avviene su strada, lo stop di camion e tir mette a rischio la spesa degli italiani soprattutto per i prodotti più deperibili come il latte, la frutta e la verdura che non riescono a raggiungere gli scaffali dei mercati. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento alla protesta degli autotrasportatori per l’entrata in vigore dell’obbligo del green pass. L’agroalimentare è il settore più sensibile perché ai ritardi e alla perdita di opportunità commerciali si aggiungono la distruzione e il deprezzamento che subiscono i prodotti deperibili come latte, carne, frutta e verdura per i quali va dunque garantita la consegne.
«Le difficoltà dei trasporti –precisa la Coldiretti – minacciano le forniture di oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio da parte delle 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole presenti nel Paese. Una situazione che aggrava le difficoltà della filiera che parte dalle campagne dove l’obbligo del green pass scatta per circa 400mila lavoratori che in questo momento sono impegnati nelle campagne dove tra l’altro è in pieno svolgimento la vendemmia, la raccolta delle mele ed è da poco iniziata quella delle olive. Si stima che attorno al 25% il numero di lavoratori agricoli italiani e stranieri non siano ancora vaccinati per un totale di circa 100mila».
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, spiega che «Per non lasciare marcire le produzioni sugli alberi è importante facilitare l’accesso al lavoro di quanti sono in regola, perché l’attività agricola è legata ai cicli stagionali delle coltivazioni e non può essere fermata» ed è urgente «introdurre strumenti flessibili, concordati con i sindacati, che consentano a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi ma c’è anche la necessità di prorogare i permessi di soggiorno ai lavoratori stagionali extracomunitari già presenti in Italia e di pubblicare il decreto flussi 2021. Una esigenza per salvare il reddito delle imprese ma anche continuare a garantire gli approvvigionamenti alimentari alla popolazione in un momento in cui con la pandemia si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e rincari dei prezzi che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione».