Avvio poco mosso per le principali borse europee, che ieri sera hanno chiuso in netto rialzo. Milano è partita con l’indice Ftse Mib +0,11% a 24.052 punti, Francoforte con +0,05, Parigi – 0,06%, Londra +0,07%.
Lo spread Btp/Bund è in moderata contrazione, alle 9.30 si attesta su 138 punti base (140 pb la chiusura precedente).
Si attende stamattina dall’Italia la diffusione dei prezzi alla produzione, sia per la base annuale che per quella mensile. Ancora stamattina, in Unione Europea, sarà pubblicato il M3. Questo pomeriggio negli Stati Uniti saranno pubblicate le scorte di petrolio.
A Piazza Affari intorno alle 9.30 brillano Ferragamo (+2,04%), Banco Bpm (+1,76%), Unicredit (+1,3%), Leonardo, che ieri ha annunciato l’acquisto di Kopter (+1,25%). Corregge al ribasso il titolo di Atlantia (-0,81%) dopo i rialzi dei giorni scorsi dovuti alla prospettiva di un accordo con il governo sulle concessioni.
In Asia Hong Kong dopo la pausa per le festività del Capodanno cinese ha riaperto i battenti e inglobato le perdite registrate nei giorni scorsi sulle altre piazze finanziarie: a seduta ancora aperta segna -2,87%. Restano ancora chiusi i listini cinesi mentre lo yuan offshore si rafforza. Sulla scia del rimbalzo della vigilia a Wall Street, Tokyo ha intanto chiuso con un guadagno dello 0,71% e Seul dello 0,39 per cento.
Euro in calo questa mattina nelle quotazioni sul dollaro. La moneta europea è scambiata a 1,1009 dollari, in ribasso dello 0,11%. Lieve rialzo invece rispetto allo yen a 120,07 (0,02%).
L’oro è stabile sui mercati internazionali dopo il guadagno del 3,3% messo a segno nel mese di gennaio, caratterizzato dall’allarme per il coronavirus e dalla conseguente fuga dai mercati azionari verso i tradizionali beni rifugio. Il metallo prezioso è quotato a 1.566,68 dollari l’oncia.
I prezzi del petrolio sono in recupero dopo il report dell’American Petroleum Institute che ha mostrato un calo delle scorte americane di greggio. Il dato ha controbilanciato i timori di contagio del coronavirus che nei giorni scorsi avevano fatto scendere drasticamente le quotazioni internazionali. Il Wti ha guadagnato l’1,4% portandosi a 54,20 dollari, mentre il Brent ha rivisto quota 60 dollari, con un rialzo dell’1,3% a 60,31 dollari al barile.