Inizia l’era Livermore per il Teatro Nazionale di Genova, e l’obiettivo dichiarato è il successo internazionale. Il famoso regista, nuovo direttore del Teatro, ha presentato oggi alla stampa le sue linee programatiche: «Voglio fare in modo che Genova abbia un teatro adeguato alle sue ambizioni. Mi piacerebbe legare con azioni piratesche il cuore del teatro di avanguardia con la voglia di invadere la città e il territorio, anche nei social».
Il nuovo direttore intende partire dal territorio e guardare all’internazionalità. «David Livermore – spiega il presidente Alessandro Giglio – cercava nuove sfide professionali, noi abbiamo colto questa volontà di uscire da una sua area consolidata, da una sfida già vinta, è il regista numero uno di opera al mondo, e gli abbiamo proposto di prendere un teatro nazionale per condurlo verso un grande successo internazionale. Il nostro teatro non ha bisogno di essere rilanciato ma, se ora ha un primato nazionale, deve diventare protagonista della cultura europea e, perché no, globale».
Una nuova produzione e una ripresa saranno, dal punto di vista contrattuale, gli impegni da regista di Livermore a Genova. Il nuovo direttore rassicura sul fatto che riuscirà a esercitare il suo ruolo nonostante tutti gli impegni da regista nel mondo. «L’80% sovrintendenti a livello europeo – spiega – è anche regista. E il fatto di girare il mondo può portare a creare coproduzioni importanti con attenzione al budget. Io sono uno di quelli che sono stati costretti a fare spettacoli con una sedia, conosco tutte le problematiche di una produzione. Fare il regista aiuta a far funzionare la macchina, ma posso anche dire che, grazie alla tecnologia, si può discutere anche a distanza».
L’naugurazione della stagione avverrà il 12 ottobre, il giorno del Columbus Day «che fa parte della storia di questa città», sono già previsti l’istituzione di un premio Ivo Chiesa, consegnato ogni anno nel giorno del suo compleanno (il 22 dicembre 2020 ricorre il centenario dalla nascita) e una programmazione che comprenda opere in lingua originale per coinvolgere anche la grande comunità ecuadoriana presente in città.
Livermore ha chiesto al sovrintendente del Teatro Carlo Felice, Claudio Orazi, seduto in prima fila, un appuntamento per avviare una sinergia. Risposta: «Non aspettiamo altro».