Il nuovo ponte sul Polcevera a Genova, realizzato dalla joint venture PerGenova composta da Salini Impregilo e Fincantieri, prende vita anche a Levante, con il varo svoltosi ieri, 15 dicembre, del primo impalcato tra le pile 14 e 15 nell’area del Parco Campasso.
Il ponte, dopo i primi 150 metri sollevati a Ponente, rinasce quindi oggi anche nella zona Est che è stata maggiormente colpita dalla tragedia del crollo del Ponte Morandi.
Le operazioni hanno previsto, a un’altezza di circa 35 metri, il varo dell’impalcato lungo 50 metri, dal peso di circa 560 tonnellate e sollevato con due carter laterali.
Il nuovo ponte ha una travata continua di lunghezza totale pari a 1.067 metri costituita da 18 pile e da 19 campate. Tutte le opere in cemento armato sono realizzate da Salini Impregilo e l’impalcato in acciaio è prodotto negli stabilimenti di Valeggio sul Mincio, Castellammare di Stabia e Sestri Ponente di Fincantieri Infrastructure.
Nel frattempo, a terra procedono i lavori per l’ultimazione di 3 pile (dopo il completamento delle prime 10) e dell’assemblaggio dei prossimi impalcati sia a Ponente che a Levante. Anche in quest’area, protagonista della demolizione tramite esplosivo dello scorso 28 giugno, i lavori vanno avanti giorno e notte nonostante le avverse condizioni metereologiche e procederanno a ritmi serrati per tutte le feste natalizie, con la sola esclusione del 25 e del 26 dicembre.
Tutte le attività riguardanti il ponte PerGenova, opera di eccellenza per innovazione tecnologica e sostenibilità, possono essere seguite sul sito grazie a 6 webcam, che diventeranno 8 nei prossimi giorni con l’accensione delle 2 nuove telecamere di Levante, attive 24 ore su 24 e sette giorni su sette, puntate sul primo cantiere al mondo totalmente trasparente.
Lavori che la cittadinanza può toccare con mano anche grazie a Spazio Ponte, mostra permanente interattiva e multimediale allestita nel Porto Antico. Spazio Ponte è un faro acceso su un progetto dalla grande importanza simbolica e che rappresenta un modello da esportare al resto dell’Italia per far ripartire le infrastrutture, motore di sviluppo per l’economia e per l’occupazione del Paese.