Secondo i dati raccolti dal portale Confcommercio www.osservatoriotasselocali.it si conferma il peso continuo della tassa sui rifiuti, nonostante una significativa riduzione nella produzione dei rifiuti stessi, e i divari di costo tra medesime categorie economiche, sempre a parità di condizioni e nella stessa provincia.
Per quanto riguarda il Comune di Genova, secondo Confcommercio ristoranti e bar, ortofrutta, fioristi e pescherie sono le categorie più sofferenti.
Dai dati grafici esplicativi la Liguria risulta ai primi posti a livello nazionale.
Confcommercio in una nota osserva che «Dall’elaborazione dei dati di OpenCivitas (sito promosso dal Dipartimento delle Finanze e dalla SOSE per determinare i fabbisogni standard delle amministrazioni locali) la gran parte dei Comuni capoluogo di provincia continua a registrare una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni. Un dato ancor più preoccupante, quello registrato nell’ultimo anno, considerando che proprio il 2018 avrebbe dovuto rappresentare una svolta. Dal 1 gennaio 2018, infatti, i Comuni avrebbero dovuto avvalersi anche delle risultanze dei fabbisogni standard nella determinazione dei costi relativi al servizio di smaltimento dei rifiuti. (il riferimento è al comma 653 dell’art. 1 della Legge n. 147 del 2013)».
«La situazione fotografata – secondo Confcommercio – richiede risposte urgenti per avviare una profonda revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo “chi inquina paga” e tenga conto delle specificità di determinate attività economiche delle nostre imprese al fine di prevedere esenzioni o agevolazioni per le aree che di fatto non producono alcun rifiuto e sulle quali invece continua ad essere calcolata integralmente la tassa.Ma soprattutto servono azioni concrete ed efficaci affinché si limiti la libertà fino ad ora concessa ai Comuni di poter determinare il costo dei piani finanziari includendo voci di costo improprie (come i costi del personale) e soprattutto che vincoli gli enti locali al rispetto di norme di legge come quella che li obbliga a tenere conto dei fabbisogni.