La querelle sui dati turistici di marzo 2019, non pubblicati per il consueto confronto con lo stesso mese del 2018, di cui abbiamo trattato ieri (clicca qui), prosegue anche dopo un comunicato ufficiale da parte della Regione Liguria, che oggi ha diffuso uno specchietto limitato al 27 marzo per non inserire in questo raffronto il week end di Pasqua 2018 (che l’anno scorso cadde il primo di aprile). È evidente che un mese che comprende Pasqua fa più numeri rispetto a un mese che non la comprende.
Perché la realtà dei dati pubblicati oggi dall’osservatorio regionale relativi all’intero mese di marzo 2019 (consultabile qui) invece parla di un crollo delle presenze soprattutto degli stranieri, mentre gli italiani, sembrano essere tornati.
I dati sono sempre da interpretare. Perché basta modificare il periodo di confronto per avere risultati diversi.
Andiamo con ordine. Secondo Regione Liguria dal 1 al 27 marzo, in tutta la regione, si sono registrati 232.484 arrivi a fronte dei 190.607 del marzo 2018, pari a un incremento del 21,97%, e 581.955 presenze (numero di pernottamenti) rispetto alle 532.191 del 2018, pari a un incremento del 9,35%. I dati sono stati estrapolati il 20 maggio.
Incrementi percentuali significativi anche a livello provinciale, sempre considerando lo stesso periodo: Imperia +20,57% sugli arrivi (47.590), +9,64% sulle presenze (135.614); Savona +42,66% arrivi (64.858), +2,84% presenze (201.399); La Spezia +20,14% arrivi (33.735) e +21,59% presenze (72.416). Di Genova viene però fornito solo il dato sul capoluogo e non sull’intera provincia: +8,64% gli arrivi (54.016), +1,36% le presenze (108.814).
Il numero di arrivi e presenze crolla invece del 30-50% a seconda della provincia, nel fine settimana 28-31 marzo 2019 rispetto al 2018 (dati estrapolati in questo caso il 21 maggio).
“Sono questi gli unici dati confrontabili ai fini della programmazione turistica – si legge nella nota congiunta di commento del presidente della Regione Giovanni Toti e dell’assessore al Turismo Gianni Berrino – dato che il ponte pasquale è invece, evidentemente, periodo di alta stagione. L’anno scorso cadeva a fine marzo, quest’anno nella terza decade di aprile. Proprio per questa ragione, in attesa di poter confrontare in maniera precisa il ponte pasquale 2018 con il periodo equivalente del 2019, abbiamo aspettato a pubblicare dati altrimenti privi di valore per gli operatori”.
Regione Liguria ha diffuso anche i dati attualmente disponibili sulla Pasqua 2019, confrontati con la Pasqua 2018: +14,94% di arrivi, 124.852 rispetto a 108.626 e 310.512 presenze rispetto a 265.225 pari al 17,07% in più. Dati non ancora definitivi, ma che possono solamente crescere perché per il loro consolidamento attendiamo che tutte le strutture ricettive abbiano terminato di caricare i consuntivi del mese.
1-27_ e_28-31_marzo_2018-2019; Pasqua_2018-2019_Provvisorio
Il confronto tra i mesi di marzo in cui era caduta la Pasqua
L’ultima volta che Pasqua era caduta a marzo era nel 2016 (il 27/3). Tenendo per buono il discorso di Berrino e Toti, è più raffrontabile rispetto ai due marzo 2018-2019. Qui il confronto lo facciamo con la quantità: in totale in Liguria nel marzo 2016 erano arrivati 298.397 turisti (di cui 199.415 italiani), mentre le presenze erano state 819.197 (di cui 565.839 italiane). Nel marzo 2018, con la Pasqua il primo di aprile, la cifra ha raggiunto 279.054 arrivi (di cui 172.353 italiani) e 655.642 presenze (di cui 459.003 italiane). Una diminuzione sensibile. Altri tempi? Forse: complessivamente, sino al 2017 il turismo in Liguria aveva registrato ottimi risultati e cominciato a dare segnali tutt’altro che incoraggianti già a inizio 2018, prima del crollo del ponte Morandi e della mareggiata storica.
Il Movimento 5 Stelle, attraverso una comunicazione del consigliere regionale Fabio Tosi, replica affidandosi agli unici dati pubblici disponibili in rete, quelli dell’Osservatorio turistico regionale, che si riferiscono all’intero mese di marzo ed estrapolati dal sistema il 17 maggio.
«Leggendo il dato complessivo riportato – dice Tosi – tra gennaio e marzo in Liguria hanno soggiornato 42.385 persone in meno. Vorremmo ulteriori spiegazioni dall’assessore». La questione quindi va oltre il mese di marzo.
Un dato di fatto: calati gli stranieri sul trimestre
Le percentuali sono negative soprattutto per le provenienze straniere. Il totale complessivo nei primi tre mesi vede un +0,93% di arrivi e un -2,51% di presenze. Un dato “sostenuto” dagli italiani, mentre gli stranieri crollano dell’11,76% sugli arrivi e del 15,99% nelle presenze in questi primi tre mesi.
Concentrando l’analisi solo su marzo si vede sulla provincia di Genova un -0,83% di arrivi e un -4,90% di presenze (con un -22,54% degli stranieri, 19.189 pernottamenti in meno), su quella di Imperia +0,29% di arrivi e -1,39% di presenze (-22,05% degli stranieri, 13.632 pernottamenti in meno), su quella della Spezia -2,31% di arrivi e +1,16% di presenze (-17,34% degli stranieri, 8.294 pernottamenti in meno), su quella di Savona +7,81% gli arrivi, -3,22% le presenze (-35,89% degli stranieri, 24.080 pernottamenti in meno).
Andando a vedere il dettaglio delle provenienze, nel periodo gennaio-marzo a mancare sono stati soprattutto i tedeschi (il -35,74% dei primi tre mesi del 2019 significa 40.229 presenze in meno rispetto al 2018), gli austriaci (-37,09% presenze, pari a 6.014 pernottamenti) gli svizzeri (-15,75% presenze, pari a 6.393 pernottamenti in meno). In calo anche i cinesi, che certo non dipendono dalle dinamiche di festività legate al cristianesimo (-3.160 pernottamenti).
Chi ha ragione?
I dati dunque sembrano dare ragione a entrambe le parti (anche se abbiamo visto che rispetto a marzo 2016 la situazione è peggiorata), perché basati da un lato solo sul confronto tra il marzo dell’anno scorso e quello di quest’anno, ma depurato dalla Pasqua, mentre per l’altra versione ci si basa sull’intero mese non tenendo conto del week end di alta stagione.
Occorre ricordare che questi distinguo tra Pasqua e non Pasqua ci sembra non fossero mai stati fatti in precedenza.
Ci auguriamo che Regione Liguria tenga conto, per il futuro, anche del fatto che quest’anno Pasqua è caduta all’inizio di una settimana che sarebbe proseguita con il 25 aprile, altra festività per i turisti italiani. Una congiuntura molto favorevole agli spostamenti. Proviamo a scommettere che questo aprile 2019, proprio per il lungo ponte che poi è proseguito con il primo maggio, registrerà un boom di arrivi e presenze rispetto all’anno precedente, almeno per quanto riguarda gli italiani.
Quello che davvero serve, sarebbe una diffusione dei dati, da parte dell’osservatorio, non più solo in pdf, ma con la possibilità per l’utente di interagire con quanto ha a disposizione la Regione. Berrino ha in parte ragione nel sostenere che i dati utili per gli operatori sono quelli “ragionati”, ma se pubblicamente si diffonde solo il consuntivo mensile, è lecito avere dei dubbi su quanto dichiarato ufficialmente. Inoltre sarebbe utile un raffronto anche basato sulle condizioni meteo, spesso determinanti nelle prenotazioni dei fine settimana.