Ottimismo per l’annuncio ufficiale dell’avvio del negoziato tra Commerzbank e Deutsche Bank con l’obiettivo dell’aggregazione tra i due istituti, incertezza in vista della riunione della Federal Reserve in programma tra domani e mercoledì, da cui ci si attende che la banca centrale americana riduca a uno solo il numero di rialzi dei tassi previsti per il 2019: alla fine gli operatori hanno scelto un atteggiamento prudente e le borse europee hanno chiuso contrastate, con il Cac 40 di Parigi +0,14%, il Dax 30 di Francoforte -0,25%, il Ftse 100 di Londra +0,98%. Milano ha terminato le contrattazioni con Ftse Italia All-Share a 23.271,40 punti (+0,81%) e Ftse Mib a 21.234,61 punti (+0,90%). In forte contrazione lo spread BtP Italia/ Bund a 10 anni, arrivato a 234 punti base da 241pb di venerdì sera.
A Piazza Affari il negoziato tra Commerzbank e Deutsche Bank, la contrazione dello spread e il fatto che Moody’s non ha rivisto il giudizio sul rating sovrano italiano, hanno favorito il settore del credito e, di conseguenza, gli indici più influenzati dalle banche. A segnare i maggiori rialzi del Mib, dopo Hera (+4,7%), sono Banco Bpm (+ 4,68%), Unicredit (+2,77%), Ubi Banca (+2,75%). .
Sul Forex l’euro scambia a 1,133 dollari mentre il cambio fra dollaro e yen scende in area 111,4, con la valuta Usa frenata dalle attese sulla Fed. In ribasso la sterlina a 1,322 dollari e a 0,857 nei confronti dell’euro, in vista della terza votazionedel Parlamento britannico sulla Brexit, prevista mercoledì.
Tra le materie prime, oro in area 1.304 dollari l’oncia. Le quotazioni del greggio si mantengono sui massimi da 4 mesi, con Wti e Brent rispettivamente a 59,3 e 67,4 dollari al barile, dopo che l’Arabia Saudita ha dichiarato che l’Opec e i suoi alleati proseguiranno con i tagli alla produzione fintanto che le scorte continueranno a salire.