Trenta anni, genovese, fotografo, Pio De Rose, è uno dei protagonisti involontari della fuga dei cervelli da Genova. Pubblica i suoi lavori su prestigiose riviste straniere ma nella nostra città non trova spazi pubblici. Un suo progetto personale scattato ai Parchi di Nervi poco prima che fossero devastati dalla tromba d’aria dell’ottobre 2016 e che quindi è diventato una preziosa testimonianza della loro storia, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista online inglese, specializzata in fotografia del paesaggio, On Landscape. Un altro progetto di De Rose, Dei Paesi, arrivato secondo al concorso fotografico PR2 Camera Work 2018, sarà esposto a Ravenna nell’aprile prossimo.
De Rose va forte all’estero, e anche in Italia, purché la città non sia Genova.
«Sono felice – dichiara De Rose a Liguria Business Journal – di poter condividere la bellezza, il valore e la storia dei Parchi attraverso una vetrina importante come On Landscape ma certo mi resta il rammarico di non essere riuscito, almeno per il momento, a far tornare e in qualche modo restituire a Genova e ai genovesi quello che queste fotografie custodiscono. In oltre un anno di tentativi per esporre e pubblicare il progetto ho perfino incontrato chi ha cercato di spiegarmi e di convincermi che queste immagini non hanno alcun valore poiché, essendo state scattate prima della tromba d’aria, ritraggono i Parchi in modo diverso dalle loro condizioni attuali»!
La devastazione causata dalla tempesta di vento del 14 ottobre 2016 – proprio pochi mesi dopo la realizzazione delle fotografie – ha improvvisamente trasformato questo progetto in una testimonianza unica e preziosa del patrimonio paesaggistico dei Parchi: «L’intento – scriveva De Rose raccontando del proprio lavoro senza poter immaginare gli sconvolgimenti che di lì a poco avrebbero trasformato quei luoghi – è rendere più evidenti l’ordine e le simmetrie che rivelano la progettazione e la cura continuativa all’interno dei Parchi; il rigore compositivo con cui ho cercato di fotografare rappresenta il mio personale tentativo di offrire un’opportunità, soprattutto per coloro che abitualmente vivono e si muovono in questi spazi, di generare uno sguardo nuovo, diverso, più attento e consapevole che possa meglio far apprezzare l’esperienza della visita e la bellezza del luogo in cui essa si svolge»
Delle scene fotografate, diverse sono andate completamente distrutte o hanno subito modifiche radicali; molte altre, benché apparentemente intatte, presentano minime ma comunque significative alterazioni. «La bellezza che ho avvertito in questi luoghi, e che ha come generato il desiderio e l’urgenza di fotografarli nel tentativo di poterla condividere mostrandola agli altri, diviene ora per me perfino struggente».
https://www. onlandscape.co.uk/2018/01/ parchi-di-nervi/
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