«Genova si candida con grande coraggio a essere la porta di ingresso del Sud Europa. Se lo facciamo tutti insieme, e quando dico tutti insieme significa che la ricchezza che ne deriverà andrà a ricadere su tutto il territorio, non solo a Genova, allora abbiamo la speranza, direi quasi la certezza, di riuscire a vincere». Lo ha detto oggi Marco Bucci, sindaco di Genova, al Shipping Forwarding&Logistics meet Industry, il forum in corso in Assolombarda, a Milano, dedicato allo sviluppo del sistema logistico e marittimo nazionale a supporto della crescita competitiva delle principali filiere del made in Italy.
Bucci parte dalle Repubbliche marinare per sottolineare quanto l’aspetto marittimo e logistico sia sempre stato fondamentale e trainante per Genova, in un contesto in cui il trasporto via mare, ieri perché più sicuro, oggi perché costa meno, è storicamente preferibile a quello via terra. «Genova è fortunata, in ambito geografico, perché è alla base del corridoio Reno-Alpi, un corridoio che si prende il 45% del business europeo – afferma il sindaco di Genova – Vogliamo che questo business parta da Genova. Solo in Pianura Padana ci sono quasi un milione di container che provengono da Rotterdam: considerando che chi lavora nell’industria sceglie sempre il percorso economicamente più vantaggioso per le proprie merci, questa situazione dimostra che, oggi, noi non siamo in grado di competere con Rotterdam e questo è un grosso problema. Sfruttando il canale di Suez, noi abbiamo un vantaggio di almeno 5 giorni rispetto a Rotterdam: non dobbiamo perdere questo enorme vantaggio sprecandolo in burocrazia e amministrazione inefficiente, tutte cose che costringono le industrie a prendere le merci da Rotterdam e non da Genova».
Burocrazia macchinosa, ma anche isolamento della città: Bucci porta presto il discorso su quei 12 miliardi di euro che si stanno investendo nelle opere infrastrutturali che consentiranno alla città di aprirsi al Nord Europa: «Genova è stata isolata in questi anni perché non è mai stato investito un euro nelle infrastrutture – spiega – Oggi invece ci sono 12 miliardi di euro su Terzo Valico, Gronda, Nodo ferroviario, quadruplicamento della linea, tutte opere pronte tra 2021 e 2022. Genova torna così ad avere un’infrastruttura a terra, non solo via mare, che consentirà di portare le merci fino in Svizzera e oltre: oggi Genova si sveglia».
Infrastruttura logistica, ma anche tecnologica: «Genova è a capo di un sistema che ha creato una piattaforma digitale per la gestione delle merci – ricorda Bucci – Ma poiché le merci sono globali, serve creare un’infrastruttura digitale che possa essere riconosciuta in qualsiasi città del mondo: a Genova stiamo costruendo una piattaforma globale. Ci vuole know how, ci vuole un sistema di automazione industriale, ci vuole la cyber security. Una parte di tecnologia che Genova si candida a portare mondo. Senza un’infrastruttura a mare, a terra e digitale, continuiamo a rincorrere quelli più bravi di noi».
Bucci parla anche della Belt & Road, ricordando il recente convegno internazionale sulla Via della Seta che si è svolto a Genova: «I cinesi hanno comprato il porto del Pireo, che ha subito registrato un’impennata di merci movimentate. Ma da qui i container tendono ad arenarsi, perché è difficile raggiungere il Nord Europa via terra dalla Grecia. Ancora una volta il corridoio via mare si dimostra più agevole e veloce: dobbiamo fare in modo che l’ingresso delle merci in Europa dalla Cina sia ancora una volta Genova, è una possibilità concreta». E torna ancora una volta il famoso “sistema Paese”, questa volta a significare «un’infrastruttura tecnologica e logistica da offrire al mondo», spiega Bucci. Davanti a imprenditori, industriali ed esponenti della supply chain, dunque, l’amministrazione genovese si mette in gioco e afferma di avere coraggio: «Ciò significa avere una visione, sapere quello che bisogna fare e trovare i mezzi per farlo. Non il contrario: prima occorre una visione. E che sia una visione globale».