Chiusura debole per le Borse europee, frenate dall’andamento negativo di Wall Street, dove, dopo quattro settimane consecutive di record, gli investitori sembrano voler realizzare parte dei guadagni fatti, anche se i prossimi giorni saranno ricchi di appuntamenti, con la riunione della Fed, i conti di diversi colossi del settore tecnologico e dati macro rilevanti. Il Cac 40 di Parigi segna – 0,14% a 5.521 punti, il Dax di Francoforte -0,12% a 13.324 punti, Ftse 100 di Londra +0,08% a 7.671 punti, l’Ibex 35 di Madrid -0,3%. Leggermente sotto la parità anche Milano, conFtse Italia All-Share a 26.242,02 punti (-0,29%) e Ftse All-Share a 28.869,22 punti (-0,28%)
Piazza Affari è rimasta penalizzata dalle vendite sulle utilities (che hanno risentito del trend rialzista dei rendimenti dei titoli governativi) e sui petroliferi, che hanno scontato la debolezza del greggio. Negativi quindi Saipem (-2,24%), A2a (-1,4%), Tenaris (-1,38%), Eni (-1,07%), Italgas (-1,1%), Terna (-1,3%) e A2A (-1,4%). Rialzo netto per Stm (+2,36%), favorita dal buon momento del settore tecnologico europeo in seguito alle indicazioni fornite dall’austriaca Ams (in rialzo di oltre il 17% a Zurigo).
Sul Forex il dollaro riporta il cambio con l’euro a 1,234 e risale oltre i 109 yen, mentre la sterlina arretra a 1,403 dollari penalizzata dai dubbi sulla Brexit che mettono a rischio la leadership di Theresa May.
Il T-bond statunitense è risalito al 2,71%, sui massimi dal 2014, trascinando anche i titoli di Stato europei di pari scadenza. Il Btp italiano offre un tasso del 2,02%, mentre lo spread con il Bund tedesco si riduce a 132 punti base.
Il rafforzamento del dollaro penalizza le materie prime, con l’oro che scivola sotto i 1.340 dollari l’oncia e le quotazioni del petrolio in ribasso di oltre un punto percentuale. Wti e Brent calano rispettivamente a 65,4 e 69,3 dollari al barile, frenati in parte anche dall’incremento degli impianti di trivellazione statunitensi.