Certificazione biologica per 391 imprese in Liguria, penultimo valore sulla mappa aggiornata di Unioncamere. Una mappa che, da pochi giorni, a seguito dell’intesa con Accredia e InfoCamere, è ancora più accessibile grazie all’inserimento delle informazioni nelle visure rilasciate dalle camere di commercio, accessibili dal Registro Imprese.
Cosa significa Bio
L’agricoltura biologica sfrutta la naturale fertilità del suolo con lo scopo di rispettarla e favorirla ricorrendo a interventi limitati. Questa particolare tipologia di agricoltura ha lo scopo di promuovere la biodiversità ed escludere l’utilizzo di prodotti di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere) e di organismi geneticamente modificati (Ogm).
L’agricoltura biologica è disciplinata a livello comunitario dal regolamento CE 834/2007 e dai successivi regolamenti di applicazione relativi alla produzione biologica e all’etichettatura per le seguenti categorie: prodotti agricoli vivi o non trasformati; prodotti agricoli trasformati destinati a essere usati come alimenti; mangimi; materiale da propagazione vegetativa e sementi per la coltivazione.
Più trasparenza, dunque, per conoscere meglio un universo in forte espansione, in cui i consumatori pongono sempre maggiore attenzione alla salute e all’ambiente, aumenta la richiesta di prodotti biologici e sempre più aziende scelgono di produrre in modo più naturale. La novità rientra nel processo di miglioramento di qualità e completezza delle informazioni presenti nelle banche dati delle camere di commercio, perseguito attraverso l’integrazione di informazioni sulle imprese gestite da altre pubbliche amministrazioni.
La mappa dei dati
A inizio dicembre 2017, le imprese italiane in possesso di una certificazione Bio erano 59.461. Per la maggioranza, si tratta di realtà del Sud Italia (il 55,8%), più del doppio di quelle con sede al Nord (il 23,4%) e quasi tre volte quelle del Centro (il 20,8%). Più della metà delle imprese certificate (il 56%) si concentra in sole cinque regioni: in testa la Sicilia (15,9%, più di 9.400 aziende), seguita dalla Calabria (13,4%, quasi 8 mila), dalla Puglia (11,6%, oltre 6.800), dalla Toscana e dall’Emilia Romagna (7,7, circa 4.500 ciascuna).
Cos’è la certificazione biologica
La certificazione Bio è un attestato che garantisce il rispetto di rigidi requisiti per evitare o ridurre la “contaminazione” da parte dell’uomo. L’organismo di certificazione di prodotto è responsabile per la verifica della conformità del prodotto ai requisiti fissati per la certificazione, alle norme tecniche volontarie o ad altri riferimenti normativi. La certificazione di prodotto è basata sulla fiducia sullo specifico processo di fabbricazione. Questo assunto implica l’estensione di tale situazione di conformità nel tempo.
I numeri del biologico in Italia raccontano di un settore che si è fortemente trasformato e irrobustito negli ultimi anni, passando da tendenza rivolta a mercati di nicchia a vero e proprio stile di vita per milioni di consumatori italiani. Al tempo stesso, il biologico sta rivestendo un ruolo sempre più importante come opportunità di rilancio per molte aziende dell’agroalimentare. Mentre nell’agricoltura tradizionale ogni anno numerose imprese chiudono, cedendo il passo a realtà più grandi e strutturate, il settore del biologico sta andando in controtendenza, a dimostrazione che anche aziende di dimensioni più piccole, grazie all’applicazione dei principi dell’agricoltura biodinamica, possono stare con successo sul mercato.
In questo quadro la Liguria è ancora indietro, con meno di 400 imprese certificate con un’incidenza di appena 24 realtà su 10 mila. Mentre l’agricoltura ligure nel suo insieme conta 9.318 realtà, in crescita dello 0,4% nel terzo trimestre 2017 (dati Infocamere).
Tornando ai dati nazionali e soffermandoci sul tipo di attività svolta, l’81% opera direttamente nel settore agricolo e solo il 7% nel commercio. In particolare, le aziende che svolgono esclusivamente produzione Bio sono 44.482 (il 75% dell’universo delle certificate) e di esse una su tre ha sede in due sole regioni del Mezzogiorno: Calabria o Sicilia.
Approfondendo l’analisi delle imprese Bio per forma giuridica, l’11% (6.490) è costituito da società di capitale. Di queste, oltre il 90% è una Pmi ovvero con un volume d’affari uguale o inferiore ai 50 milioni di euro. Più della metà (il 55,2%) rientra nella definizione di micro impresa (con un fatturato non superiore ai 2 milioni di euro), e la metà ha un capitale sociale inferiore ai 50 mila euro.