Un numero verde e una mail dedicata a segnalazioni e richieste di supporto da parte delle famiglie con minori per denunciare episodi di bullismo, razzismo, vandalismo, droga e alcolismo ma anche di promozione delle teorie gender. È il provvedimento votato oggi dal consiglio regionale lòigure.
«Con la creazione di uno sportello dedicato alle problematiche delle famiglie – commenta Matteo Rosso, medico e presidente della commissione Sanità in Regione Liguria – alle loro denunce delle situazioni di disagio legate alla diffusione delle droghe, dell’alcol, purtroppo in forte crescita tra i giovanissimi, e della prevenzione dell’eventuale diffusione delle teorie gender nei piani formativi scolastici, daremo un importante segno di vicinanza alle famiglie e aggiungeremo un servizio, che a oggi mancava, in ambito educativo e sociale. La bagarre scatenata oggi in consiglio dalla minoranza, che ha cercato in tutte le maniere di strumentalizzare il mio documento, dimostra che una certa parte politica non comprende a fondo le reali esigenze delle famiglie oggi, che hanno il bisogno e il diritto di essere coinvolte nei processi educativi all’interno della scuola e non solo».
«Dopo l’importante approvazione della mozione a tutela dei bambini e dei ragazzi contro la diffusione della teoria gender nelle scuole dello scorso anno – ricorda Rosso – grazie alla mozione approvata oggi, daremo un supporto in più alle famiglie, un punto d’ascolto che avvicini le istituzioni, in questo caso la Regione, alle problematiche quotidiane legate all’educazione dei minori affrontate dai genitori. Come già la Lombardia, la Liguria, a costo zero, avrà uno sportello regionale, con numero verde gratuito e una casella mail, per le segnalazioni e le denunce delle famiglie su tematiche delicate e di stretta attualità come il bullismo, il razzismo, le violenze fisiche e psicologiche, i pericoli delle droghe e alcol, ma anche sull’eventuale proselitismo di teorie gender, da parte di soggetti preposti alla formazione dei ragazzi.
«Purtroppo – aggiunge Rosso – nonostante la minoranza in Regione continui a negarlo, si sono già verificati episodi in città come Padova o Treviso dove, a scuola, all’insaputa dei genitori, i bambini sono stati obbligati dagli insegnanti a vestirsi da maschi se femmine e da femmine se maschi. Con lo sportello delle famiglie, vogliamo prevenire queste situazioni e quindi far sì che le famiglie siano preventivamente informate di queste eventuali iniziative per prendere poi decisioni condivise sui propri figli. È indispensabile che le famiglie siano adeguatamente informate sui propri diritti all’educazione e che siano coinvolte nell’elaborazione dei piani formativi scolastici. Occorre fornire ai genitori tutti gli strumenti che possano costituire un baluardo forte e deciso contro le eventuali minacce al corretto sviluppo della personalità dei propri figli. Come già ho avuto modo di sottolineare in occasione della mozione approvata all’unanimità contro la diffusione indiscriminata delle teorie gender, è nostro preciso impegno mettere a riparo minori e famiglie da tutti quegli elementi che rischiano di minare l’istituto della famiglia, pilastro della nostra società così come stabilito dalla Costituzione, e costituiscono una minaccia per una sana crescita dei nostri figli».