«Con Regazzoni mi sono trovato d’accordo sulla legalità e la sicurezza, ci incontreremo a breve e non escludo che il confronto possa estendersi ad altri temi. Non so che farò in futuro ma di una cosa sono certo: io nel Pd non torno». Lo dichiara a Liguria Business Journal Paolo Gozzi, consigliere comunale eletto nella lista del Pd e ora nel gruppo consiliare “Percorso comune”.
Nato a Pegli nel 1985, Gozzi è stato senza dubbio uno dei giovani più brillanti del Pd ligure.
A 22 anni viene eletto consigliere municipale nel Municipio VII Ponente di Genova, primo nella lista dell’Ulivo con 606 voti, a 24 diventa assessore municipale a Cultura, Bilancio Scuole Sport. Ventiseienne, ottiene un risultato eclatante: alle amministrative del maggio 2012 risulta eletto in consiglio comunale con 1.623 preferenze personali, secondo assoluto dietro a Stefano Bernini, che lo precede con una manciata di voti.
Dal 2013 non rinnova più la tessera del Pd.
L’estate scorsa, dopo mesi di dissenso con il partito, è entrato nel Gruppo Misto del consiglio comunale e nel marzo scorso ha costituito insieme ad altri il gruppo “Percorso comune”. Uscendo dal partito, Gozzi si era detto scontento dell’amministrazione Doria e della risposta che il Pd dava ai problemi del territorio. Non ha cambiato idea e nei giorni scorsi si è dichiarato d’accordo, sui temi della legalità e della sicurezza, con un altro contestatore del sindaco e della dirigenza del Pd genovese, Simone Regazzoni, che nel partito è rimasto e intende partecipare alle primarie per la scelta del candidato sindaco.
«Sono d’accordo con Regazzoni – spiega Gozzi – trovo assurdo che nella sinistra e nel Pd vengano considerate bestemmie parole come legalità e sicurezza. Se parli di questi temi ti contrappongono l’accoglienza, che con la legalità e la sicurezza non è affatto in antitesi. Io su questi problemi sono sempre intervenuto: poiché mi sono occupato molto di Pegli, il mio territorio, più volte ho denunciato il disordine provocato dagli equadoriani che vanno a fare il bagno nel torrente Varenna. Non ho mai nominato la loro nazionalità perché la nazionalità non mi interessa. Mi interessa il fatto che gli abitanti della Val Varenna in certi giorni non possano uscire di casa. E quando sento persone brave, intelligenti, che hanno sempre votato Pd, dire: “voto Salvini”, io queste persone non le considero con superiorità, non le chiamo razziste, cerco di capire il loro problema. E credo non sia ammissibile che un pensionato di Sampierdarena abbia paura a uscire di casa, che il Porto Antico, una delle zone turistiche più importanti della nostra città, potremmo dire la nostra vetrina, sia preda di parcheggiatori abusivi e di ambulanti che vendevano merci contraffatte. I fenomeni illegali vanno repressi, la parola repressione non deve essere tabù».
Regazzoni sta costruendo la sua squadra in vista delle primarie. «Lo incontrerò in ogni caso a breve – precisa Gozzi – e non escludo che il confronto possa estendersi ad altri temi. Vedremo. Genova è una città che in questi anni è stata amministrata molto male, anche se, oggettivamente, non è una città facile. Amministrata male e con pregiudizi ideologici. Quindi, i temi su cui convergere possono essere diversi. Ma per quanto riguarda le primarie, bisogna tenere presente che Regazzoni è nel Pd. E io con questo partito non voglio avere più nulla a che fare. Indietro non intendo tornare, non voto più il Pd, non l’ho votato già alle europee del 2014 e alle regionali del 2015».
Potrebbero essere una soluzione interessante quella di una lista civica a sostegno della candidatura di Regazzoni?
«No lo so. Forse. Ma potrei anche lasciare la politica. Lo dico con grande serenità, perché non ho mai considerato la politica una professione, mi sento di poter fare altro».