Un’intesa per realizzare politiche che aiutino la pesca ligure. L’hanno firmata nella sede della Regione Liguria, i rappresentanti di categoria, il presidente della Regione Giovanni Toti e Stefano Mai, assessore regionale all’Agricoltura e pesca.
L’obiettivo generale è di far tornare il settore della pesca e dell’acquacoltura nuovamente come veicolo di sviluppo economico e produttivo, ma anche difendere l’ambiente marino incrementando però l’occupazione e il reddito prodotto, diversificando le attività. Per questo è stato attivato un “tavolo blu” permanente di coordinamento.
Dal punto di vista della giunta regionale l’impegno è di usare il principio della consultazione preventiva e della concertazione per le strategie e gli obiettivi della politica regionale in materia, predisponendo misure e azioni di intervento.
Dal punto di vista delle associazioni delle imprese e delle cooperative della pesca (Confederazione delle Cooperative italiane-Federpesca Liguria, Lega ligure delle Cooperative e mutue-Lega Pesca, Coldiretti impresa Pesca Liguria) è richiesto un contributo a definire obiettivi e strategie di settore e di diffondere la conoscenza degli obiettivi individuati, collaborando alla realizzazione dei progetti condivisi.
«La firma di oggi – dice Mai – arriva alla vigilia dell’apertura dei bandi europei del Feamp, il fondo europeo per gli affari marittimi e pesca che quest’anno ammonta a 11 milioni di euro, circa il doppio di quanto inizialmente destinato alla nostra regione». Il Feamp è lo strumento di attuazione della Politica comune della Pesca, previsto dall’Unione Europea che, assieme a risorse nazionali, viene utilizzato per cofinanziare progetti di crescita, sviluppo e innovazione della pesca italiana.
Le priorità del Feamp sono la promozione della pesca e dell’acquacoltura sostenibili sotto il profilo ambientale, efficienti in termini di risorse, innovative e competitive.«Sono risorse importanti per il settore perché consentono interventi di ammodernamento a strutture e infrastrutture indispensabili per poter lavorare a terra e in mare con la sicurezza necessaria oltre che la realizzazione di progetti di filiera – aggiunge Mai – attraverso il tavolo blu concorderemo le strategie con le associazioni di categoria del settore pesca e acquacoltura su programmi e progetti finanziabili in un momento in cui le politiche europee stanno penalizzando i nostri pescatori».
La prima riunione proprio oggi. All’ordine del giorno la questione, ancora aperta, sulla definizione dei confini marittimi Italia-Francia conseguente all’accordo di Caen, non ancora ratificato dal Parlamento italiano. «Abbiamo ripetutamente posto delle domande precise al governo e ribadito le nostre posizioni di contrarietà, ma non abbiamo ancora avuto sufficienti rassicurazioni. Pertanto, ancora pochi giorni fa, ho richiesto nuovamente un incontro con i ministeri degli Esteri e dell’Agricoltura per cui auspichiamo un riscontro in tempi brevi. La questione non riguarda solo i confini marittimi, ma anche la Zona economica esclusiva di pesca che ha stabilito la Francia in maniera unilaterale e che rischia di danneggiare pesantemente i nostri pescatori di grandi pelagici, come il pesce spada».