Sono giornate drammatiche per i dipendenti dello stabilimento Bombardier di Vado Ligure. Durante il vertice di ieri i dirigenti internazionali dell’azienda, che produce mezzi di trasporto, hanno confermato il licenziamento della metà del personale entro la fine dell’anno: circa 300 persone. Dalle 240 mila ore all’anno di produzione, il sito vadese passerà quindi a 120 mila per l’inizio del 2017.
Non è servita l’adunata dei lavoratori, che si è tenuta ieri davanti alle porte della sede savonese di Confindustria. E non sono servite nemmeno le controproposte dei sindacati, che hanno provato a portare avanti un progetto di prepensionamenti, contratti di solidarietà e cassa integrazione in deroga.
L’azienda si è dimostrata inamovibile. Ed è così che oggi continueranno le proteste, con un presidio davanti alla Prefettura. «È sconcertante che nelle ultime giornate di mobilitazione non ci sia stata la presenza di nessun esponente politico locale a fianco dei lavoratori – commenta Andrea Pasa, segretario provinciale della Fiom – E che ogni volta che chiediamo un incontro con le istituzioni sui temi del lavoro dobbiamo andare per strada a scioperare».
Il sindacato ritiene inaccettabili le pretese dei vertici Bombardier. «Oggi l’azienda ci chiede di mettere in campo tre mesi di cassa integrazione in deroga per prendere tempo – conclude Pasa – Denari pubblici senza una strategia futura, che comportano comunque il licenziamento di centinaia di lavoratori entro fine anno. Invece noi chiediamo che vengano investiti a Vado parte dei 500 milioni di euro di utile che in 15 anni lo stabilimento ha portato al gruppo».