A largo di Savona è entrato in azione il gruppo operativo subacquei del Comsubin, comando della Marina Militare. L’intervento si è rivelato necessario perché nel mese di febbraio un sommozzatore torinese con la passione per la ricerca di relitti sommersi, Andrea Bada, ha rinvenuto sul fondale due antichi mezzi da sbarco risalenti alla Seconda guerra mondiale. Riposavano a 50 metri di profondità e a circa un miglio dalla costa.
All’interno delle carcasse ricoperte da alghe sono stati trovato anche numerosi ordigni inesplosi (50 chili di tritolo), proprio ai margini della zona di mare riservata alla fonda delle navi dirette al porto di Vado Ligure.
Su segnalazione della Capitaneria di porto, l’area nel raggio di 500 metri dal ritrovamento è stata interdetta. L’intervento di bonifica durerà circa due settimane e consentirà al Comsubin di portare gli ordigni a largo e farli brillare, in una zona non pericolosa.
«Non siamo riusciti a capirlo dai relitti, perché danneggiati sia a prua che a poppa – ha spiegato Andrea Bada, che gestisce il centro immersioni Techdive di Arenzano – ma presumiamo che i mezzi potessero appartenere alla marina italiana. Lo si capisce dal modello dei siluri». Sul fondale, il cannone dei mezzi da sbarco è ancora in perfetto stato di conservazione.