Un incontro tra arte e tecnologia, uomo e robotica. Lo scorso 7 marzo il Fineco Center di via XX Settembre a Genova ha ospitato l’esposizione di una serie di tele dipinte da un robot dell’Istituto italiano di tecnologia guidato dall’artista Luca Melchionda, in arte Melkio. Un open day in cui Fineco ha aperto le porte della sua sede, alla presenza dello stesso artista, che ha raccontato questo progetto.
«Questo è un progetto particolare sviluppato con Camera di Commercio che mi ha fatto da ponte per arrivare all’Istituto Italiano di Tecnologia − racconta Melkio − era un’idea che mi è venuta in mente quella di dipingere insieme a un robot. Del resto sono cresciuto con Mazinga Z e tutti i robot giapponesi e lo sviluppo tecnologico e la robotica sono una delle mie passioni. Sapendo che a Genova c’è uno degli istituti più avanzati d’Europa è stato bello fare un lavoro sia locale ma anche spendibile a livello internazionale».
Il robot si chiama Alterego: «Si è notato che la macchina è avanzata, ma il movimento, soprattutto del polso, ancora non corrisponde al nostro e parlando con gli scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia è emerso che lo stato attuale della robotica è come un po’ l’informatica negli anni Novanta, quindi ancora non è esplosa e questo mi ha fatto pensare di dipingere attraverso il robot, teleguidandolo, come se esso fosse un bambino di tre anni. Quindi cosa disegna un bambino? Quello che vede e come lo disegna? Sproporzionato e anche con un tratto molto istintivo».
Questo è un progetto chiuso: sono state sviluppate solo tre tele e otto pezzi su carta. A oggi ne sono rimasti quattro.
Il contatto con Fineco è avvenuto proprio mentre l’IIT stava organizzando l’evento per il ventennale dalla fondazione al Palazzo della Borsa. «Mi è stato chiesto appunto di esporre qualche mio lavoro − aggiunge Melkio − e quale occasione quindi per poter esporre sempre a Genova dando la continuità a un progetto che è appena concluso?»
«Il fatto che ci sia stata un anteprima con i vent’anni dell’Istituto italiano di Tecnologia − spiega Luca Lapi, consulente finanziario Fineco e coideatore dell’iniziativa − che è presente a Genova, ha facilitato il compito di portare un artista all’interno della nostra struttura. Un artista che ha delle caratteristiche che ben si sposano con quella che è la filosofia di Fineco».
E in effetti Fineco è una banca in cui l’innovazione è di casa: «Fineco è nata come una banca digitale − commenta Sarah Strufaldi, senior private banker di Fineco, coideatrice dell’iniziativa − e una delle caratteristiche è proprio quella di unire tutto ciò che è tecnologico e digitale all’aspetto umano, quindi quando abbiamo visto il lavoro di Melkio sicuramente rispettava in pieno quelle che erano le caratteristiche del nostro dna, quindi ci ha incuriosito e abbiamo approfondito. Abbiamo voluto vedere come, perché Melkio fa un lavoro in cui l’uomo guida un robot, quindi non è un computer che crea delle immagini come l’intelligenza artificiale ora ci mostra più di frequente. C’è comunque un’interazione tra tecnologia e uomo e questo ci è piaciuto molto».
L’esperimento del 7 marzo è destinato a restare isolato o c’è l’intenzione di proseguire con questo filone? «Cercheremo di portare avanti un po’ questa progettualità, cercando però sempre di dare un respiro a quello che è il nostro lavoro e cercare di abbinarlo con delle iniziative che possono essere un vantaggio e anche una coccola per i nostri clienti», conferma Lapi.