Il Comune di Imperia ha presentato l’offerta d’acquisto del porto turistico alla curatela fallimentare. A nove anni e mezzo dalla posa della prima pietra, il maxi approdo da 1.300 posti barca, per molti aspetti ancora incompiuto, potrebbe definitivamente traghettare in mano pubblica.
La proposta è «formulata in perfetta adesione a quanto deliberato dal consiglio comunale – scrive l’amministrazione – in merito alla necessaria verifica della sostenibilità dell’operazione, che prevede la predisposizione di un piano industriale ed economico finanziario del servizio pubblico locale». Nessun commento da parte del sindaco Carlo Capacci. Fonti ufficiali parlano di una proposta d’acquisto vincolata a un tetto massimo di 7,5 milioni di euro e a diversi «paletti e garanzie», ma potrebbe comunque risultare inferiore a tale cifra. I dettagli finanziari dell’operazione non sono stati rivelati.
L’offerta è stata sottoposta alla curatela fallimentare in tempo utile «per evitare la chiusura del porto e per la salvaguardia delle condizioni di sicurezza del porto stesso» e sarà irrevocabile fino al 31 dicembre di quest’anno. Fino a ora il porto di Imperia è stato affidato alla società comunale Go Imperia srl con contratto d’affitto del ramo d’azienda, proprio con l’impegno di presentare l’offerta entro il 30 novembre.
Così l’amministrazione imperiese: «L’affidamento diretto del servizio pubblico locale di gestione del porto turistico alla Go Imperia comporta, necessariamente, lo sfruttamento da parte della Go dei beni del demanio marittimo necessari per la gestione dello stesso, la giustificazione del piano economico finanziario, le ultimazioni strutturali, la vendita di posti barca e il pagamento degli oneri di cui ai contratti di utenza trasposti agli “ex titolari” dei posti barca. La sostenibilità economica dell’offerta, così come formulata, aderisce alle previsioni contrattuali in ragione della nuova concessione demaniale marittima che verrà rilasciata, ovvero della riviviscenza della vecchia concessione demaniale nell’eventuale decretazione del Consiglio di Stato in tal senso». Questo perché la coda dei ricorsi non è ancora risolta ed è ancora l’amministrazione imperiese a sintetizzarne i passaggi: «A seguito del fallimento della Porto di Imperia Spa la Corte d’appello di Genova ha revocato il fallimento e la Curatela Fallimentare, con la Procura Generale, hanno impugnato, per Cassazione, l’indicato pronunciamento. Il Tribunale penale di Torino ha assolto gli imputati (tra cui l’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone, ndr) per truffa ai danni dello Stato perché “il fatto non sussiste”. La Procura e la Curatela Fallimentare hanno impugnato in appello la sentenza torinese. Il Tar della Liguria ha respinto i ricorsi di alcuni proprietari posti barca, della Curatela, della Porto Imperia spa, di Acquamare srl (in concordato fallimentare) relativamente alla decadenza della concessione demaniale marittima che venne rilasciata alla Porto di Imperia».
«Con l’offerta irrevocabile d’acquisto – conclude l’amministrazione imperiese – si è mantenuta la volontà di tutelare la città dalle note vicende del porto, dalla sua realizzazione a oggi, così come si è rispettata la procedura fallimentare e la massa di creditori che la procedura rappresenta. Inoltre, con l’offerta di acquisto si è ulteriormente salvaguardato l’interesse pubblico a veder ultimato e sviluppato il porto della Città da considerarsi risorsa collettiva. Infine, con la odierna offerta d’acquisto, si evidenzia la tutela nei confronti di chi aveva stipulato atti inerenti a diritti personali di godimento in vigenza della decaduta concessione demaniale marittima e che ha sottoscritto i contratti di ormeggio con la Go Imperia».