«In Liguria si partorisce in assoluta sicurezza sia per il neonato sia per la madre in tutti i punti nascita». L’assessore alla Sanità Angelo Gratarola replica così alle parole del consigliere regionale Gianni Pastorino sui risultati del Programma Nazionale Esiti 2023.
«Il Pne rappresenta un osservatorio nazionale sull’assistenza ospedaliera − aggiunge l’assessore Angelo Gratarola − il 2022 globalmente ha registrato un aumento dei ricoveri rispetto al 2021 pur mostrando un’eterogeneità a livello nazionale. I due ospedali italiani migliori sono strutture che hanno riportato una valutazione di qualità alta o molto alta per almeno 6 aree cliniche su 8: cardiocircolatorio, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, osteomuscolare, nefrologia, sistema nervoso, gravidanza e parto. Ciò significa che chi non è entrato in ‘graduatoria’ può comunque presentare livelli di eccellenza per disciplina. Analizzando nello specifico Regione Liguria, abbiamo molti indicatori sia dell’area ospedaliera sia dell’assistenza territoriale che sono molto positivi e riguardano patologie particolarmente diffuse: i tassi di mortalità legati a patologie cardiache sono inferiori alla media nazionale e alla stragrande maggioranza delle regioni italiane; dati positivi riguardano il tasso di ospedalizzazione per complicanze del diabete, per infezioni del tratto urinario e per le percentuali di parti con taglio cesareo. La valutazione del livello di attività dei reparti di ostetricia e ginecologia degli ospedali del nostro territorio, contrariamente a quanto espresso dal consigliere Pastorino, ci fa dire che si può partorire in assoluta sicurezza in tutte le strutture. Anche per la chirurgia generale e oncologica le stime sui volumi di attività, strettamente correlate agli esiti, sono positive».
Secondo l’assessore vi è sicuramente margine di miglioramento «su cui stiamo intervenendo e questo monitoraggio ci consente un’ ulteriore analisi sull’attività sanitaria ligure. Il giudizio globale posiziona comunque la Liguria per gli indicatori analizzati su livelli coerenti con la media ed emergono anche eccellenze per diverse aree cliniche. Occorre dunque equilibrio nell’analisi dei dati per evitare di gettare discredito sugli operatori sanitari ed allarmare inutilmente i cittadini».