Continuano a calare gli indicatori liguri nel monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sul contagio da Covid. Nella settimana 12-18 maggio 2021 i casi attualmente positivi sono 184 per 100 mila abitanti, con una variazione negativa del 34,6%. Drastico calo dei posti letto occupati da pazienti covid sia in area medica (14%) sia in terapia intensiva (22%).
«Continua la riduzione dei nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – che dimostra come gli effetti ottenuti grazie a 6 settimane di restrizioni stiano lasciando gradualmente il posto ai primi risultati della campagna vaccinale. Si rileva tuttavia una riduzione dei tamponi, segno di un allentamento dell’attività di testing».
«Ancor più netta – afferma Renata Gili, responsabile della Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – la riduzione della pressione ospedaliera che riflette l’effetto dei vaccini sulle categorie più a rischio».
La Liguria perde il primato della percentuale di popolazione vaccinata (34,3%), ma mantiene quello della percentuale di popolazione che ha completato il ciclo (19,2%).
«A oggi le Regioni – spiega il presidente – hanno somministrato quasi tutte le dosi consegnate (94,2%). Questo significa che, senza un aumento consistente e regolare delle consegne, è impossibile accelerare la campagna vaccinale». Tra consegne annunciate dal Generale Figliuolo per maggio e dal ministro Speranza per giugno, sono attese circa 25 milioni di dosi, ovvero il consuntivo del 2° trimestre chiuderà con circa 13 milioni di dosi in meno rispetto ai 62 previsti dal Piano vaccinale. «Con queste stime – precisa Gili – è impossibile ampliare a dismisura la platea delle prime somministrazioni, visto che un numero rilevante di dosi, in particolare di AstraZeneca, servirà per i richiami».
Per quanto riguarda le coperture delle categorie prioritarie vedono la Liguria ancora “indietro” negli over 80 con l’86,7% della popolazione vaccinata con almeno una dose. Il 76,9% ha completato il ciclo.
«Seguendo i trend delle coperture vaccinali – spiega Gili – se per gli over 80 la frenata è iniziata quando le percentuali avevano superato l’80%, per la fascia 70-79 anni i segnali di rallentamento sono più precoci e per quella 60-69 le coperture salgono più lentamente». Questo dimostra che una vaccinazione di massa non può affidarsi solo alla prenotazione volontaria, ma deve essere integrata con altre strategie: dalla chiamata attiva al colloquio individuale per superare l’esitazione vaccinale; da campagne d’informazione con il coinvolgimento di influencer alla cosiddetta “spinta gentile”. Ad esempio, spiega Cartabellotta «man mano che a tutti viene concessa l’opportunità di ricevere il vaccino, nel green pass questo dovrebbe offrire vantaggi maggiori rispetto all’esito di un tampone».
Liguria in fondo alla classiica anche nella vaccinazione della fascia 70-79 anni: poco sopra il 70% la percentuale di chi ha ricevuto almeno la prima dose.
Sulla fascia 60-69 anni Liguria a metà classifica, con una percentuale vicina al 60%.
«Ad oggi – dice Cartabellotta – la strategia del “rischio ragionato” sembra funzionare: agli effetti delle restrizioni stanno gradualmente subentrando quelli dei vaccini, “assorbendo” l’impatto delle riaperture graduali sulla curva epidemiologica. Tuttavia, in questa fase della campagna vaccinale non bisogna limitarsi a rincorrere i numeri con l’obiettivo primario di non lasciare “dosi in frigo”, ma è prioritario vaccinare rapidamente il maggior numero possibile di over 60 e fragili. Solo questa strategia potrà minimizzare l’impatto ospedaliero della ripresa della circolazione del virus, visto che il testing & tracing, già abbandonato da tempo, viene di fatto anche “scoraggiato” dal nuovo sistema per assegnare i colori alle Regioni. Un sistema fortemente condizionato dall’incidenza dei casi che, senza definire alcuna soglia minima di testing, ripropone quanto già visto nella primavera 2020: ovvero, meno tamponi, meno casi».