Fino al 30 agosto a Càlvari, nel Comune di San Colombano Certenoli, c’è l’Expo Fontanabuona-Tigullio, una manifestazione promossa dall’Agenzia di sviluppo Gal Genovese che è fondamentale per mettere in vetrina realtà locali di piccoli Comuni che raramente hanno la visibilità che meriterebbero. «Il maltempo di ieri ha favorito le visite – spiega Marisa Bacigalupo, presidente del Gal Genovese – sono state svariate migliaia, tanto che è stato complicato gestire il flusso di auto in arrivo a Càlvari».
Una manifestazione come l’Expo costa circa 200 mila euro, ma ha un impatto fortissimo nei confronti del territorio, a partire dai fornitori, passando per espositori e attività nei dintorni come bar, ristoranti e strutture ricettive.
L’agenzia di sviluppo Gal Genovese non si occupa solo dell’Expo della Fontanabuona, ma ha il suo core business nella ricerca di fondi europei da dirottare sul territorio. «Le piccole imprese della zona del Tigullio, ma anche gli stessi Comuni, difficilmente hanno la forza di farsi conoscere o di riuscire da soli a intercettare finanziamenti importanti, essendo molto piccoli come dimensioni – sottolinea Bacigalupo – per questo abbiamo istituito un vero e proprio staff di esperti nel riuscire a ottenere i tanto agognati fondi Ue».
E pensare che il Gal ha rischiato di chiudere i battenti se fosse rimasto identico a se stesso come qualche anno fa: «Siamo diventati un’agenzia di sviluppo pur rimanendo Gal, i soli fondi dei piani di sviluppo rurale non sarebbero stati sufficienti per svolgere la nostra attività. In questo modo abbiamo rafforzato i rapporti con le varie autorità di gestione dei fondi Ue», racconta Bacigalupo.
Grazie a queste modifiche il Gal ha instaurato rapporti con Paesi come Israele, Palestina, Malta, Francia e Spagna per un progetto Enpi (nuove politiche di vicinato dell’Ue) sul compostaggio di qualità per le aziende agricole, ma si è occupato anche della realizzazione e della promozione dell’anello del Monte Caucaso per mountain bike e trekking. «Un altro progetto in corso è legato allo smaltimento dei rifiuti elettronici, ma ci siamo occupati anche di innovazione, per non parlare degli eventi per rilanciare il territorio, che in questi anni ha sofferto moltissimo per la crisi, ma anche per il dissesto idrogeologico: abbiamo consentito al Comune di Coreglia Ligure di ripulire completamente gli otto ettari di castagneto, compresi i rivi. L’anno scorso è stato uno dei pochi a non avere praticamente nessun danno dopo le intense precipitazioni dell’autunno».
La trasformazione in agenzia consente al Gal di non avere più limiti territoriali, tanto che sono in molti i soggetti fuori Liguria che chiedono aiuto sui fondi Ue. «Siamo un’azienda a maggioranza pubblica, ma non abbiamo i bilanci in rosso – precisa Bacigalupo – ci autososteniamo col lavoro che sappiamo trovarci e ci autogestiamo. I progetti europei nel nostro bilancio vanno direttamente nella casella dello stato patrimoniale e ammontano a un paio di milioni, il personale è tutto concentrato su queste voci, siamo una decina più due-tre consulenti e un collaboratore esterno». I problemi di oggi riguardano la lentezza triplicata nella concessione dei fondi da parte della stessa Ue, che contesta all’Italia l’eccesso di ritardo nei pagamenti, e da alcune lentezze della Regione Liguria dovute anche all’anno elettorale: l’iniziativa di promozione regionale “Strada del Castagno – itinerario dei prodotti delle Valli Genovesi” è ancora incagliata nella “pancia” dell’ente.
In futuro il Gal vorrebbe partecipare alla creazione di un gruppo di azione costiero, per ora presente solo a Imperia. «Vorremmo far interagire tutte le varie opportunità che l’Europa offre, anche sul recupero del territorio. Su Genova per esempio abbiamo molto interesse a recuperare e migliorare i mercati rionali, l’esempio del Carmine è esplicativo».