La Liguria, dopo il Molise, è l’unica regione italiana a registrare una crescita delle esportazioni nei primi nove mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019: +1,1%.
Il dato emerge dall’ultima analisi dell’Istat, secondo cui nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2020, l’export registra una diminuzione su base annua marcata e diffusa a livello territoriale: rispetto alla media nazionale, è più ampia per le Isole (-28,2%) e, in misura minore, per il Nord-ovest (-14%), più contenuta per il Centro (-11,8%), il Nord-est (-10,4%) e il Sud (-10,1%).
Nei primi nove mesi dell’anno, la flessione tendenziale dell’export interessa quasi tutte le regioni ed è più accentuata per Sardegna (-39,9%), Valle d’Aosta (-24,5%), Sicilia (-21,4%) e Basilicata (-21,3%). Le performance negative di quattro regioni, cioè Piemonte (-17,6%), Lombardia (-13,4%), Veneto (-11,0%) ed Emilia-Romagna (-10,6%), spiegano oltre i due terzi del calo su base annua dell’export nazionale. Solo Molise (+31,4%) e Liguria (+1,1%) registrano, nel confronto con i primi nove mesi del 2019, un aumento delle esportazioni.
Nello stesso periodo, la riduzione delle vendite di macchinari e apparecchi da Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte, di metalli di base e prodotti in metallo dalla Lombardia e di articoli in pelle, escluso abbigliamento e simili, dalla Toscana contribuisce per 3 punti percentuali al calo tendenziale dell’export nazionale. Per contro, l’aumento delle esportazioni di metalli di base e prodotti in metallo da Toscana e Lazio e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Toscana, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche contrasta per 1,4 punti la flessione dell’export.
Nei primi nove mesi del 2020, i contributi maggiori alla diminuzione su base annua delle esportazioni nazionali derivano dal calo delle vendite di Piemonte (-16,2%) e Lombardia (-14,3%) verso la Germania, di Piemonte (-17,8%), Lombardia (-15,3%) ed Emilia-Romagna (-12,5%) verso la Francia e di Lazio (-34,0%), Piemonte (-22,6%) ed Emilia-Romagna (-13,5%) verso gli Stati Uniti.
L’analisi provinciale dell’export mostra performance negative per la maggior parte delle province italiane: le peggiori interessano Milano, Torino, Firenze, Bergamo, Brescia, Cagliari e Vicenza. Tra le performance positive, le migliori si registrano per Arezzo, Gorizia e Rovigo.
Le stime per il terzo trimestre 2020 sono di una forte crescita congiunturale delle esportazioni per tutte le macroregioni italiane: +34,3% per il Centro, +33,4% per il Nord-est, +30,3% per il Nord-ovest e +27,0% per il Sud.
L’Istat precisa che i dati del 2019 del commercio con l’estero sono stati resi definitivi e che quelli dei primi cinque mesi del 2020 sono stati revisionati, utilizzando le dichiarazioni Intrastat che si sono rese disponibili dopo il 30 giugno 2020, al termine della sospensione dell’obbligo di trasmissione, prevista tra le misure a sostegno delle imprese dal decreto “Cura Italia” nella prima fase dell’emergenza Covid-19.