«Con l’inaugurazione del ponte “Genova San Giorgio” si celebra un traguardo importantissimo per la nostra città e la Liguria, tanto sul piano simbolico che infrastrutturale. La soddisfazione per il risultato raggiunto non deve però farci dimenticare quanto accaduto il 14 agosto 2018, in segno di rispetto per le 43 vittime del Morandi, i loro parenti e amici». È il commento di Paolo Raffetto, presidente dell’Ordine degli Architetti.
«Fatta questa doverosa precisazione − prosegue il presidente degli architetti genovesi − vale la pena riflettere sul reale significato di “Modello Genova“, da riferirsi all’unità di intenti che ha visto tutti i soggetti coinvolti nel progetto lavorare nella stessa direzione, prima ancora che alle deroghe concesse, in via straordinaria, per la realizzazione nel minor tempo possibile di un’opera di così fondamentale importanza per il territorio».
«Un modello − spiega − che non si esaurisce con la realizzazione del nuovo viadotto autostradale, ma che deve proseguire con la rigenerazione dell’intero quadrante della val Polcevera, a cominciare dai lavori per il Parco del Ponte del quale monitoreremo attentamente gli esiti. Lo strumento utilizzato per l’individuazione del progetto vincitore, quello del concorso internazionale di progettazione, deve rappresentare il vero “Modello Genova” da replicare nei futuri processi di rigenerazione urbana, tanto nella nostra città come nel resto del Paese, perché mette al centro la qualità dell’offerta architettonica e il rapporto tra l’opera e il territorio e la comunità destinati a ospitarla».
«Da questo punto di vista – conclude Raffetto – l’Ordine degli Architetti di Genova è impegnato a traguardare la città di domani attraverso il progetto “Genova 2050“, una piattaforma aperta e partecipata che, raccogliendo le più interessanti proposte di recupero dei tanti vuoti urbani ancora esistenti, intende partecipare al dibattito intorno ai principali nodi irrisolti con il proprio contributo di idee, progetti e visioni per la città del futuro».
«Genova ha dimostrato di essere città fragile, caratteristica che spesso si può associare alle cose belle e preziose – spiega il presidente della Fondazione stessa, Lorenzo Trompetto – La fragilità della città deve essere però letta come un’opportunità, come un’occasione per cambiare ed evolvere, liberandoci da preconcetti e ottusi vincoli. E “Fragile“, è, appunto, il tema attorno al quale la Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Genova sta concentrando la propria proposta culturale di quest’anno, cercando di stimolare un dibattito in questo senso. In un momento di crisi economica globale, la nostra città può essere laboratorio, caso studio di uno sviluppo poiché meno ancorata rispetto alle grandi capitali europee ad uno sviluppo speculativo. In questo certamente il “Modello Genova”, inteso solo come opportunità di riqualificazione di una parte di città, può essere considerato un esempio positivo. Certamente questo processo dovrà essere attuato con previsione e programmazione e non solo a tamponare situazioni di emergenza. Solo in questo modo potremo affrontare il cambiamento con maggiore serenità, potendo contare sul confronto tra le diverse ipotesi che solo lo strumento del concorso permette».