Un tavolo tecnico incardinato nella task force scientifica di Alisa allargato a professionisti di altri enti – Camere di Commercio e Iit per esempio – per arrivare preparati alla cosiddetta fase 2 post emergenza coronavirus.
Lo ha comunicato ieri Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, alle associazioni che rappresentano le categorie economiche, agli ordini professionali, all’Università, alle Camere di Commercio e alle Autorità portuali.
«Nelle prossime ore − dice Toti − stabiliremo la composizione del tavolo che avrà il compito di ragionare su una serie di buone pratiche da applicare ai settori che riapriranno. È chiaro che la riapertura del mondo economico porterà con sé la necessità di adeguare le modalità di uscita da casa nella massima sicurezza possibile».
«Il lavoro di Alisa insieme a tutte le categorie produttive ha avuto un’ accoglienza positiva – aggiunge l’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale – sono state rappresentate tutte le criticità e esplicitate tutte le ipotesi da parte del mondo economico-produttivo affinché vengano assunte tutte le misure per ridurre il più possibile il contagio. Con l’obiettivo di conciliare il rispetto dei lavoratori e le esigenze di poter passare a una fase 2».
Progressiva riapertura delle attività e un protocollo di misure di sicurezza: sono le due priorità su cui Cna chiede di concentrare al massimo gli sforzi per non pregiudicare la tenuta del sistema economico messo a dura prova dal lockdown che proseguirà fino al 3 maggio.
«Il riavvio delle attività economiche va accelerato al massimo − afferma il presidente Cna Liguria Massimo Giacchetta − non è l’ambizione o la pretesa degli imprenditori ma l’obiettivo condiviso da tutti quanti vogliono tornare alla vita, imprenditori e cittadini. È necessario allora che modalità e tempi della ripartenza siano definiti con estrema rapidità per consentire alle imprese di riorganizzarsi. Aprire non vuol dire rinunciare alla sicurezza. La sua attuazione, però, non può essere affidata all’esplosione di regolamenti locali specifici che accrescerebbero la confusione rendendo ancor più complessi gli adempimenti degli imprenditori e più difficile il ruolo degli organi di controllo. Piuttosto va garantita la disponibilità immediata e senza limitazioni dei dispositivi di protezione individuale prescritti dalle norme in vigore, in grado di assicurare la sicurezza dei dipendenti come di artigiani e imprenditori».
Il requisito diventa il rispetto delle misure precauzionali e, con il protocollo anticontagio, la ripresa non va fatta in ordine sparso ma con un piano operativo di aperture programmate in grado di condurre il sistema produttivo verso la piena ripresa dell’attività.
«La strada per la ripresa graduale e ragionata delle attività passa da accordi aziendali tra sindacato e imprese − dice Luca Maestripieri, segretario generale di Cisl Liguria − e da misure di sicurezza severe e puntuali finanziate sia dal governo sia dalla Regione. In questa partita non c’è chi spinge e chi frena. Ce lo siamo detto oggi, sia al tavolo tra sindacati e Regione sia a quello allargato alle associazioni datoriali e alla Camera di Commercio: tutti vogliamo andare avanti, ma solo a patto di farlo nella massima tutela della salute».
Regole chiare e ineludibili che devono essere applicate da tutti, ma il problema di oggi, secondo il segretario della Cisl è: come ci si arriva alla fase 2? «Penso, ad esempio, ai piccoli cantieri edili negli appartamenti i cui dipendenti una volta scendevano al bar, che nella fase 2 troveranno chiuso, per andare ai servizi o per mangiare un panino a pranzo, ma anche negli spostamenti. Non è possibile pensare, ad esempio, a un servizio di trasporto pubblico molto ridotto come è adesso e a bus stracolmi».
Per Maestripieri è positivo il tavolo tecnico se sarà una forgia in grado di produrre idee e strumenti per affrontare le nuove fasi, a patto che non diventi assemblearismo oceanico e universale.