Sul territorio genovese da domani giovedì 2 aprile saranno operative cinque squadre Gsat (gruppo strutturato di assistenza territoriale), che andranno a implementare un primo nucleo attivo dall’11 marzo.
Le squadre saranno implementate progressivamente fino a 10 unità entro la prossima settimana. È quanto previsto da Asl 3 secondo le indicazioni predisposte a Alisa per un progressivo potenziamento degli interventi territoriali.
I Gsat, specifica la Regione Liguria, vengono costituiti per garantire l’assistenza ordinaria e la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid che non necessitano di ricovero ospedaliero.
L’attività è quindi orientata a curare al domicilio i pazienti dimessi dall’ospedale, quelli sintomatici per infezione respiratoria acuta febbrile Covid-19 positivi o sospetti, gestiti a domicilio.
Quando necessario, a seguito della valutazione del medico, anche pazienti su cui debbano essere eseguiti tamponi a supporto dei gruppi tampone dei servizi di Igiene e sanità pubblica dell’Asl 3.
Il personale coinvolto in ciascuna squadra comprende un medico e un infermiere, su due turni dalle ore 8 alle ore 14 e dalle 14 alle 20, operativi 7 giorni su 7. Nello specifico in questa settimana a regime saranno impegnati 34 medici e 34 infermieri che faranno capo alla direzione Socio sanitaria di Asl 3. La base operativa dei Gsat orbita sui 6 distretti sociosanitari Asl 3: Recco, Struppa, Via XII Ottobre, Via Canepari, Via Soliman, Via Camozzini. «I Gsat – spiega Lorenzo Sampietro, direttore sociosanitario Asl 3 – si occuperanno delle problematiche cliniche al domicilio dei pazienti Covid positivi e, in caso di specifica necessità, potranno effettuare anche il tampone. Le squadre sono in rete con il sistema Asl 3 e potranno quindi avvalersi di consulenze specialistiche, rimanendo sempre in contatto con il medico curante del paziente. Questo consente di seguire, in questo particolare frangente, la persona in tutte le sue esigenze di salute. Parallelamente alle squadre Gsat saranno operativi anche i gruppi tampone dedicati esclusivamente a effettuare tamponi al domicilio la cui organizzazione è affidata al dipartimento di Prevenzione Asl 3».
Il dipartimento di Prevenzione Asl 3, con base operativa nel Palazzo della Salute della Fiumara, e la direzione del dipartimento di Prevenzione, in via Frugoni, oltre alla gestione dei gruppi tampone, si occupano anche del contact center per recepire tutte le segnalazioni del 112 ed effettuare una presa in carico dedicata. Gestiscono la sorveglianza attiva telefonica sulle persone in quarantena contatto stretto di Coronavirus; la sorveglianza telefonica dedicata alle persone Covid positive per monitorarne lo stato di salute; il monitoraggio sempre attraverso contatto telefonico sulle persone rientrate dall’estero che sono in quarantena; le indagini epidemiologiche attraverso contatti telefonici con la persona Covid positiva per indagare sui contatti stretti i quali verranno richiamati e messi in quarantena a loro volta. Inoltre un numero telefonico ed e-mail sono dedicati ai medici di medicina generale.
«Stiamo compiendo uno sforzo straordinario – afferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – per dare risposte appropriate ai bisogni dei nostri cittadini. Dopo il grande lavoro per garantire il maggior numero di letti possibili negli ospedali, siamo la regione con più terapie intensive rispetto al numero degli abitanti, stiamo potenziando l’assistenza territoriale, attraverso un lavoro coordinato da Alisa, grazie alla collaborazione con i medici di medicina generale e della continuità assistenziale. Oggi le nostre squadre territoriali, che non partivano con le visite a domicilio per alcune criticità legate alla mancata consegna da Roma di dispositivi di protezione, sono finalmente in campo grazie a tute protettive, donate però da benefattori, e alle mascherine, che Regione si è procurata attivando canali autonomi di rifornimento. Stiamo lavorando per far lavorare al meglio e in sicurezza queste squadre e garantire continuità a questi interventi fondamentali per i tanti che stanno trascorrendo la malattia a casa».
«Era necessario un potenziamento dell’assistenza domiciliare e territoriale – spiega la vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale – specie sul territorio dell’area metropolitana, dove in particolar modo la mancanza di Dpi e la difficoltà a reperire le professionalità hanno ritardato l’attivazione di tutte le squadre previste inizialmente. Siamo consapevoli che il domicilio richiede una particolare attenzione per dare risposte tempestive e puntuali nei contenuti per evitare che i pazienti si sentano abbandonati. Occorre però ricordare che la sostenibilità del sistema passa attraverso la domiciliarizzazione dei pazienti le cui condizioni non richiedono un ricovero ospedaliero: anche per questo tutti i casi clinicamente da ricoverare trovano in Liguria il posto letto dedicato in ospedale, specie nelle terapie intensive».