Disattese le aspettative del mondo della nautica, nel decreto Milleproroghe non ha trovato spazio la soluzione del contenzioso sull’aumento retroattivo dei canoni demaniali dei porti turistici, resta così a rischio la posizione di 2.400 lavoratori. Lo annuncia Confindustria Nautica.
L’emendamento a firma di Umberto Buratti non ha riscontrato il parere favorevole del ministero dell’Economia e delle Finanze. L’emendamento prevedeva l’adesione volontaria allo stralcio del contenzioso con l’applicazione di un aumento del canone originario, cui pure fa riferimento la Corte costituzionale.
Nel testo di conversione in legge, all’articolo 34, la sospensione dei pagamenti degli aumenti dei canoni stabilito dalla legge finanziaria del 2006, il cui termine era inizialmente fissato al 30 giugno, viene posticipata fino al 30 settembre 2020. Salvata la stagione estiva, permane la situazione di incertezza per le 23 marine e approdi turistici in contenzioso ormai da 13 anni.