Nel 2022 l’investimento in ricerca e sviluppo in Italia cresce a circa 27,3 miliardi di euro (+5% sul 2021) e aumenta anche in Liguria sfiorando gli 800milioni di euro, 10milioni di euro in più dell’anno precedente (+1,3%). È quanto emerge dal report Istat pubblicato oggi “Ricerca e sviluppo in Italia, anni 2022-2024”.
In Liguria, però, la spesa non è aumentata in tutti i settori. Le imprese, che con il 56,9% della spesa complessiva rappresentano l’attore più importante della R&S ligure, hanno lievemente diminuito le risorse, passando da 456,6 milioni di euro del 2021 a 454milioni del 2022. Il dato nazionale registra, invece, un +4%: la motivazione di questo discostamento va probabilmente ricercata nella dimensione delle imprese.
L’aumento della spesa registrato a livello nazionale è stato sostenuto dalle grandi imprese (+6,4%). Le medie hanno mostrato solo un lieve incremento (+1,2%), mentre le piccole imprese con meno di 50 addetti hanno ridotto le proprie spese del 5,3% rispetto al 2021.
Tornando ai dati liguri, la spesa in ricerca e sviluppo nel 2022 è cresciuta da parte delle istituzioni pubbliche (a quota 184,3milioni, 11mln in più dell’anno precedente) e dell’università (quasi 152,3 milioni di euro, +12milioni). Quasi dimezzata da 13milioni di euro a 7,2 la spesa da parte delle istituzioni private non profit.
A livello nazionale la spesa è in aumento in tutti i settori: università (+7,5%), istituzioni pubbliche (+5,2%) e istituzioni private non profit (+2,7%).
La spesa del settore privato (imprese e non profit) continua a essere la principale componente della spesa in R&S intra-muros complessiva. Le imprese hanno investito circa 16,3 miliardi di euro con un peso pari al 59,6% della spesa totale. Le imprese che investono di più in R&S sono concentrate nei settori della produzione di macchinari, autoveicoli e altri mezzi di trasporto: i tre settori insieme rappresentano oltre un terzo della spesa complessiva.
Dopo le imprese, le università con il 24,6% della spesa complessiva rappresentano la quota più importante e mostrano un lieve aumento (+0,6%). Stabile il contributo del settore pubblico, responsabile del 14% della spesa totale.
L’andamento territoriale
I tre quarti della spesa totale, pari a 20,3 miliardi di euro, sono sostenuti da sei Regioni, tutte nel Centro-nord, e quelle che partecipano con oltre il 10% del totale sono Lombardia (19,6%), Lazio (14,7%), Emilia-Romagna (13,1%) e Piemonte (11,4%). Altre tre Regioni sostengono una spesa superiore al miliardo di euro: il Veneto (con una quota regionale dell’8,3% della spesa totale), la Toscana (7,2%) e la Campania (5,7%).
Rispetto al 2021 si registra una tendenza all’aumento della spesa in R&S in tutto il territorio nazionale con punte massime nel Mezzogiorno (+11,2% nelle Isole e +6,1% nel Sud) e una crescita complessiva superiore al 5% anche nel Nord-ovest (+5,2%). Le migliori performance sono registrate in Basilicata (+25,4%) e Sardegna (+15,2%) ma risultati molto buoni (con aumenti di circa il 10%) si registrano anche in Piemonte, Marche e in Sicilia.
Le previsioni per il 2023
Per il 2023 i dati preliminari nazionali segnalano una battuta d’arresto della spesa in R&S delle imprese, pari allo 0,3% in meno rispetto al 2022, ma Istat prevede un recupero per il 2024 secondo le indicazioni fornite dalle imprese (+4,6% sul 2023).
Gli stanziamenti in ricerca e sviluppo di Amministrazioni centrali, Regioni e Province autonome per il 2023 registrano un aumento del 4,1%, da 12,8 miliardi di euro del 2022 (previsioni di spesa assestate) a circa 13,4 miliardi nel 2023 (previsioni di spesa iniziali).