Porti di Genova e Savona commissariati, quello della Spezia senza vertice dal primo ottobre dopo l’addio anticipato del presidente Sommariva. Il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, a margine del Salone Nautico, dice di non essere preoccupato anche per quanto riguarda la riforma: «C’è il viceministro Rixi che è un’autorità a livello non più nazionale, ma europeo, che si occupa della riforma e della governance dei porti ed entro dicembre andranno a rinnovo e a rinomina la maggior parte delle autorità portuali comprese Genova e Spezia e altre situazioni, penso a Trieste o alla Puglia, che necessitano di un cambiamento. Non sono assolutamente preoccupato, ringrazio chi sta continuando a garantire la continuità di lavoro e per ciò che riguarda tutte le opere pubbliche, i cantieri aperti a Genova e in Liguria stanno andando avanti come è giusto che sia. È giusto verificare, i risultati ci saranno a breve».
Rivedere il Green deal
Durante il suo intervento dal palco, Salvini ha parlatp anche del Green deal in relazione alla nautica: «Rivedere il Green deal e rimettere buon senso e concretezza davanti all’ideologia significa salvare il futuro dei nostri figli, salvare l’industria, la nautica, l’automotive. Puoi fare tutti i divieti e i regolamenti che vuoi, ma emetti un po’ di meno a Genova ed emetti molto di più a Pechino, dove bruciano carbone come mai nella storia per dare a noi qualche batteria elettrica. Questo non è green, è black: questo è un suicidio e noi dobbiamo fare di tutto per cambiare la rotta. È sacrosanto ridurre le emissioni per il bene dei nostri figli, ma con tutti i sacrifici che stiamo chiedendo agli imprenditori, immaginiamo che le emissioni di CO2 nell’aria siano scese. E, invece, nel 2023 si è registrato massimo storico di sempre. Com’è possibile? Perché non esiste solo l’Europa, il CO2 non rispetta i confini: l’Europa è scesa, ma l’India e la Cina sono aumentate».
Gronda: «Mia priorità»
«Sulla Gronda rischio un altro processo per stalking perché chiamo Autostrade per l’Italia un giorno sì e l’altro pure: è un diritto che i genovesi e i liguri attendono confermato da decenni. Senza tornare ai disastri del Ponte Morandi, la Gronda serve per perdere meno tempo e meno salute. Sia dal punto di vista progettuale che economico è una delle mie priorità. C’è un soggetto privato e ci stiamo parlando perché le società concessionarie incassano tanti soldi dai pedaggi, che una parte di questi soldi venga reinvestita per il territorio è fondamentale. La Gronda per me è la priorità. L’amministratore delegato Tomasi lo sa e conto che entro la fine del mio mandato si passi ai fatti. Anche perché il mio obiettivo è portare Genova al centro dello sviluppo».
Emanuela Mortari