Partenza in calo per le Borse europee, dai verbali della riunione della Fed resi noti ieri sera (ore 20 in Italia) emerge che secondo la maggior parte dei banchieri della banca centrale Usa permangono rischi di inflazione in aumento che è già a un livello “inaccettabile” e quindi esiste la “potenziale necessità di tassi d’interesse piu’ alti”. Intanto dall’economia giapponese provengono dati negativi e continua l’incertezza sul settore immobiliare cinese. Nei giorni scorsi lo sviluppatore immobiliare cinese Country Garden aveva avvertito di “grandi incertezze” nel rimborso delle sue obbligazioni, ed è sull’orlo del default se non effettua i pagamenti degli interessi sulle obbligazioni in dollari, su cui risulta inadempiente dallo scorso 6 agosto. Nel frattempo, il colosso dei fondi fiduciari Zhongrong International Trust ha mancato i rimborsi dovuti su dozzine di prodotti di investimento dalla fine del mese scorso. L’agenzia di rating Fitch ha segnalato un potenziale rischio di declassamento per il rating sovrano della Cina. L’agenzia ha dichiarato a Bloomberg che qualsiasi estensione del debito pubblico potrebbe innescare una riconsiderazione del rating A+ della Cina, anche se non si aspetta che si verifichi uno scenario del genere.
Wall Street ha chiuso in ribasso, con il Dow Jones in calo dello 0,52%, come S&P-500 che ha concluso le trattazioni a 4.404 punti. In rosso anche il Nasdaq 100 (-1,07%)e l’S&P 100 (-0,82%). La maggior parte dei mercati azionari asiatici si muove in ribasso.
In avvio Milano segna -0,38%, Francoforte -0,48%, Londra -0,45%, Parigi -0,43%.
Spread Btp/Bund sui 172 punti (variazione +0,14%, rendimento Btp 10 anni +4,39%, rendimentoBund 10 anni +2,67).
A Piazza Affari alle 9 Mps segna +1,35%, Nexi -1,92%.
Il dollaro si è spinto nella notte fino a 1,0862 per un euro anche se il cambio sta progressivamente risalendo in area 1,0880.
Debole il prezzo del petrolio: il Brent ottobre cede lo 0,1% a 83,37 dollari al barile, mentre il Wti settembre arretra dello 0,2% a 79,2 dollari al barile. Il gas naturale scende di quasi il 4% ad Amsterdam e tratta a 36,5 euro al megawattora.