“Non come prima, meglio di prima” è il titolo di Expandere Liguria 2022, l’evento che si è svolto ieri a Genova a Palazzo del Principe. Il titolo è tratto da una frase di Amadeo Peter Giannini, emigrante ligure e fondatore della Bank of America, che scrisse “Qui si fa credito. Non come prima, meglio di prima” sul cartello con cui riaprì, su un carretto di frutta, la sua banca il giorno dopo il terribile terremoto di San Francisco del 1906.
“Meglio di prima” oggi per noi è un invito a reagire a quegli eventi che oggi ci hanno colpito e ci colpiscono con la forza di un terremoto: la pandemia e la guerra in Europa. Ma è il sottotitolo dell’evento, “Unicità, l’altro nome della competitività”, che ci aiuta a capire il senso complessivo dell’evento, articolato in numerose sessioni e workshop, su quattro temi fondamentali: brand identity, lavoro sostenibile, business generation, processi in digitale.
Il nesso tra il meglio di prima in fatto di competitività e unicità lo ha chiarito Benedetto Lonato, presidente della Compagnia delle Opere Liguria Liguria, organizzatrice dell’evento. «Competitività – ha spiegato – non significa essere capaci di arrivare prima dei concorrenti, ma essere consapevoli del proprio valore unico e comprendere come ciascuna componente dell’impresa, grande o piccola che sia, contribuisca a renderlo sempre attuale nel tempo».

I numerosi interventi che si sono succeduti nel corso del pomeriggio, pur toccando aspetti molto diversi della vita aziendale, si possono ricondurre a questa matrice etica e psicologica. Che è di ispirazione cristiana. La centralità dell’uomo è il principio cardine della dottrina sociale della Chiesa. A Palazzo del Principe si sono approfonditi temi di gestione aziendale, certo, non filosofici ma, ha avvertito Lonato, parlando di lavoro «parliamo della nostra vita, non del conto economico».
Dai workshop, tra l’altro, è emerso che «bisogna scoprire il motivo per cui qualcuno dovrebbe avere bisogno di te» e che per riuscirci bisogna «farsi riconoscere, differenziarsi, essere percepiti come unici» e per ottenere questo riconoscimento occorre «avere chiarezza di chi siamo e cosa facciamo».
Ma la scoperta della propria persona comporta la scoperta di ogni altra persona. L’esperienza del sé ha anche un carattere oggettivo che ci consente di uscire da noi stessi e di incontrare gli altri. Perché «la competitività è anche saper vedere le solite cose con occhio diverso, ricoprire ciò che c’è già. E per farlo bisogna essere insieme. Saper collaborare con chi lavora con noi, e questo tra l’altro ci aiuterebbe a non trascurare i più giovani che spesso nelle aziende faticano a emergere perché non c’è chi vede le loro potenzialità, e non le vede perché non le cerca. La persona del lavoratore deve essere al centro, messa in grado di capire il senso di quello che fa e aggiornata continuamente. Bisogna anche sapere ascoltare i clienti, perché anche loro sono unici. Quindi la comunicazione deve essere intensa, pianificata e bidirezionale.
Si tratta nel complesso di una rivoluzione nel modo di fare impresa e Lonato ha avvertito: «cambiare comporta un rischio. Bisogno mettere in conto il fallimento, che è liberatorio, non restringente». Un’osservazione che può essere integrata da quella di Daisy Osakue, primatista italiana lancio del disco (intervenuta insieme ad altri due protagonisti dello sport, Marco Lanna, presidente della Sampdoria, e Angelo Palombo, ex capitano della Samp): «Non bisogna avere paura di fallire e di provare tutte le vie possibili. Bisogna avere apertura mentale».
Il neo-rieletto sindaco di Genova Marco Bucci ha interpretato il tema dal suo punto di vista istituzionale: «Expandere – ha detto – sta facendo proprio quello di cui la città ha bisogno. Ci fa capire che per l’impresa fare soldi non è sbagliato ma che c’è di più. Oggi l’impresa non è più pensabile distaccata dal territorio, ma ha un ruolo civico e sociale. Tanto più importante in quanto il mondo ci sta dando molte risorse che ci permetteranno di fare qualcosa di grande se tutti insieme sapremo collaborare puntando su queste tre leve di sviluppo: ecocompatibilità, digitalizzazione e attenzione al sociale».