Chiusura vicina parità per le Borse europee, nonostante sia sia aggravata la situazione in Ucraina, con il riconoscimento da parte del presidente russo Vladimir Putin delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk, dove sono entrate trupppe russe. Dopo avere accusato il colpo in apertura i listini hanno recuperato terremo. La prospettiva di una stretta della forniture russe all’Europa ha causato un forte aumento del petrolio (con il Brent che ha sfiorato 100 dollari per poi chiudere a 96,67 dollari, in rialzo dell’1,3%) e del gas, salito di un altro 9%. Il Cac 40 di Parigi segna -0,01%, l’Ibex 35 di Madrid +0,06%, il Dax 40 di Francoforte -0,31%, il Ftse 100 di Londra +0,17%, il Ftse Mib di Milano -0,02%, mentre Mosca (+1,58% a 3.084 punti) è tornata in rialzo dopo il crollo di ieri.
In leggero calo lo spread Btp(Bund, a 168 punti (-1,81%)
A Piazza Affari brillano Diasorin (3,36%), Inwit (+3,73%), Iveco (+2,61%) Interpump (+2,16%) (+2,6%). Eni (+1,34%) è sostenuto dal caro petrolio.
Sul mercato valutario, l’euro/dollaro recupera quota 1,13 dopo la debolezza della notte e scambia a 1,134 (da 1,1338 e dopo un minimo a 1,1288), mentre l’euro/yen è a 130,42 (da 130,49). Dollaro/yen a 114,98 (114,82 ieri in chiusura).