La pandemia di Covid-19 ha determinato forti ripercussioni sul sistema economico ligure, sebbene con risultati differenziati tra i principali settori: il terziario, che in regione riveste un peso particolarmente importante, è risultato più sfavorito dalle misure di limitazione alla mobilità necessarie al contenimento del virus e dalla minore spesa da parte di famiglie residenti e turisti; l’industria ha recuperato nella seconda metà dell’anno buona parte del calo produttivo registrato durante il lockdown primaverile grazie alla rilevanza in regione di comparti con lunghi cicli produttivi, come la cantieristica, che risentono con ritardo delle fluttuazioni cicliche. È quanto risulta dal Rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia ligure redatto dalla sede di Genova dell’istituto (Divisione Analisi e Ricerca economica territoriale).
Le imprese
Nell’intero 2020 la produzione delle imprese industriali liguri è diminuita del 3 per cento circa; le vendite in termini reali hanno registrato un calo più contenuto (-1,3 per cento). L’attività del settore edile è rimasta stabile sui livelli del 2019; vi ha contribuito la prosecuzione delle principali opere infrastrutturali, tra cui il nuovo viadotto “Genova-San Giorgio” inaugurato in agosto. Tra i comparti del terziario i flussi turistici si sono contratti di oltre il 40 per cento, con una riduzione particolarmente intensa per le presenze straniere, scese in media di circa due terzi; i transiti crocieristici si sono pressoché azzerati. La movimentazione mercantile presso i porti liguri, ridottasi di quasi il 15 per cento, ha risentito delle iniziative di contenimento della pandemia introdotte dall’Italia e dai suoi principali partner commerciali. Nell’intermediazione immobiliare il numero delle compravendite è diminuito del 9 per cento circa, interrompendo la fase espansiva che aveva caratterizzato i sei anni precedenti. Gli esercizi commerciali e della ristorazione hanno sofferto, oltre che dei periodi di lockdown, dei minori afflussi turistici e della ridotta capacità di spesa delle famiglie. La diminuzione del fatturato ha avuto conseguenze rilevanti sui risultati reddituali e sul fabbisogno finanziario delle imprese liguri; quest’ultimo è stato in gran parte soddisfatto dall’aumento dell’indebitamento bancario (cresciuto del 4,2 per cento, e del 10,1 per le aziende di piccole dimensioni). Il ricorso alle misure di sostegno della liquidità (moratorie e garanzie pubbliche sui nuovi prestiti) è stato ampio, specie da parte dei settori più esposti alla fase congiunturale sfavorevole, quali il commercio, l’alloggio e la ristorazione, i viaggi e il noleggio. Tali misure, insieme alla sospensione delle istanze di fallimento, hanno contenuto il numero di aziende in uscita dal mercato.
Il mercato del lavoro e le famiglie
Le ripercussioni della pandemia sul mercato del lavoro, che negli anni più recenti aveva avuto una ripresa modesta nel confronto con il Nord Ovest e l’Italia, sono state significative, con effetti più intensi per i dipendenti a tempo determinato; le misure governative di sostegno hanno contenuto la riduzione occupazionale complessiva all’1,7 per cento, ma la contrazione delle ore lavorate è stata del 10,3 per cento. Tra i lavoratori dipendenti la riduzione delle assunzioni nette ha colpito con maggiore severità i comparti commerciale, turistico e dell’intrattenimento, i giovani e le donne. L’emergenza sanitaria ha comportato un netto incremento dello smart working, ma l’utilizzo del lavoro agile nel settore privato ligure, specializzato nel terziario tradizionale con prevalenza di micro imprese, non ha raggiunto in media il livello osservato nel Nord Ovest. La difficile situazione congiunturale e i periodi di limitazione agli spostamenti hanno ostacolato anche la ricerca di lavoro, determinando un calo del tasso di attività dal 70,2 al 68,5 per cento, con effetti più intensi per i giovani e le donne. Il reddito disponibile delle famiglie ha subito le conseguenze della pandemia non solo nel livello, ma anche nella distribuzione; con riferimento ai redditi da lavoro, le disuguaglianze si sono fortemente accentuate. I consumi delle famiglie si sono ridotti in misura sensibilmente più ampia rispetto al reddito. Le famiglie liguri hanno comunque affrontato l’emergenza sanitaria in condizioni solide, con una ricchezza totale pari a circa 11 volte il reddito disponibile. Nel 2020 il credito alle famiglie ha rallentato dal 2,8 allo 0,9 per cento, a causa della decelerazione del credito al consumo (dall’8,4 allo 0,5 per cento); il tasso di crescita dei mutui è rimasto invece pressoché invariato e poco sopra l’1 per cento. Il grado di indebitamento delle famiglie liguri, dato dal rapporto tra i debiti finanziari e il reddito disponibile, si è innalzato di 3 punti percentuali, rimanendo comunque su un livello inferiore rispetto al Nord Ovest e all’Italia.
Il mercato del credito
Nel 2020 i prestiti bancari al settore privato non finanziario sono tornati a crescere (2,7 per cento; -2,3 nel 2019), grazie alla forte espansione dei finanziamenti al comparto produttivo, che ha beneficiato delle misure pubbliche di sostegno della liquidità; queste ultime, insieme all’orientamento espansivo della politica monetaria, hanno contribuito a mantenere distese le condizioni di offerta. Dagli indicatori di deterioramento del credito non sono ancora emersi segnali di peggioramento, grazie alle misure di sostegno a imprese e famiglie e alla flessibilità delle regole di classificazione dei finanziamenti; la perdurante incertezza sull’evoluzione del quadro macroeconomico ha comunque determinato un incremento della rischiosità dei finanziamenti in essere.
La finanza pubblica decentrata
Nel 2020 gli enti decentrati liguri hanno incrementato le spese del 2,5 per cento, anche per mitigare le conseguenze negative della pandemia per famiglie e imprese; vi si è associata una riduzione delle entrate extra tributarie e per tributi propri, a causa della fase congiunturale sfavorevole e in parte per le esenzioni introdotte. L’attività degli enti è stata sostenuta dall’incremento dei trasferimenti ricevuti dallo Stato. Nel settore sanitario la dotazione di personale è stata rafforzata e si è fatto un maggiore ricorso a incarichi di collaborazione. In Liguria l’assistenza territoriale, la cui importanza è stata messa in luce dalla pandemia, si caratterizza per il soddisfacente livello della prevenzione, dell’attività ambulatoriale e della disponibilità di strutture residenziali, ma è in ritardo nelle forme più moderne di assistenza, quali ad esempio la telemedicina.
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