Il lockdown si è fatto sentire sui conti di Fincantieri, che chiude la semestrale con una perdita di 137 milioni di euro.
Il cda del gruppo industriale guidato dall’ad Giuseppe Bono ha approvato ieri i conti al 30 giugno 2020, sui quali ha inciso il fermo imposto nei mesi di picco dell’epidemia di Covid-19: ricavi pari a 2,369 miliardi di euro (contro i 2,8 mld al 30 giugno 2019), in flessione del 15,6%, risentendo della perdita di valore della produzione nel semestre per circa euro 790 milioni. Giù anche ebitda, 119 milioni di euro, contro i 227 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Ebitda margin del 5,0% (8,1% al 30 giugno 2019).
Il risultato del periodo è dunque negativo per 137 milioni di euro (12 milioni al 30 giugno 2019), al netto degli oneri connessi alla diffusione del Covid-19 per 114 milioni e ai contenziosi per danni da amianto per euro 23 milioni.
L’indebitamento finanziario netto, pari a 980 milioni, riflette le dinamiche tipiche del capitale circolante relativo alla costruzione di navi da crociera, accentuato dagli effetti del coronavirus, con lo slittamento della consegna di una unità cruise prevista nel primo semestre e di parte degli incassi commerciali attesi nel periodo.
Per quello che riguarda il carico di lavoro complessivo, questo ammonta a 117 navi per un valore di 37,9 miliardi, circa 6,5 volte i ricavi 2019. Consegnate dieci navi da sette stabilimenti diversi, tra cui tre navi da crociera, una unità fishery e una nave militare.
«Abbiamo affrontato questo periodo per molti versi drammatico con il massimo della
determinazione − sostiene Bono − perché l’azienda, una volta trascorso, avesse la possibilità di essere più forte rispetto a prima. Questo approccio si è dimostrato vincente e ci ha permesso non solo di evitare la cancellazione di ordini, ma anche di aggiudicarci gare importanti. E così il carico di lavoro ha raggiunto un nuovo record. Oggi, oltre ad avere la leadership mondiale nella costruzione di navi da crociera, possiamo vantare anche quella per le navi militari di superficie. Abbiamo affrontato l’emergenza del Coronavirus pensando di dover preservare le nostre risorse e quelle dell’indotto, patrimonio fondamentale di Fincantieri e del Paese. Ci siamo riusciti adottando una serie di misure che ha ottenuto il 91% del gradimento dei nostri dipendenti, come testimoniato dai risultati di un sondaggio svolto all’intero dell’azienda. È importante sottolineare che oggi all’interno dei nostri stabilimenti sono presenti circa 30 mila persone. Ovviamente i risultati economici e finanziari sono influenzati dal rallentamento produttivo dovuto al Coronavirus. Tuttavia, il carico di lavoro ci permette di guardare al futuro con fiducia, confermando una continuità di lavoro per i prossimi 6/7 anni con conseguenti performance finanziarie ed economiche in linea con i target del precedente business plan».
Dopo la fase più acuta dell’emergenza, dal 20 aprile scorso le attività produttive in Fincantieri sono gradualmente ripartite, contemporaneamente all’adozione delle misure di sicurezza per i dipendenti e l’indotto. Al 30 giugno la presenza di personale di produzione nei cantieri ha raggiunto circa il 90% dell’organico a regime.
Nessun ordine è stato cancellato e, nella seconda metà dell’anno, è prevista la consegna di tre navi da crociera dai cantieri italiani.
Il consiglio di amministrazione della società ha anche deliberato la nomina di Fabio Gallia a direttore generale, che prende il posto di Alberto Maestrini.