«Oggi l’ennesima riunione inutile: tanti discorsi, poca sostanza e un rimpallo di responsabilità semplicemente vergognoso. Il futuro della siderurgia deve essere affrontato in modo serio e in tempi rapidi ripartendo dall’accordo del 6 settembre 2018» .Lo ha detto il segretario generale Fim Cisl Liguria Alessandro Vella ommentando l’ incontro tra governo e sindacati sulla vertenza Arcelor Mittal dopo che l’ azienda ha presentato al governo il nuovo piano industriale. L’incontro, durato circa due ore e mezza, è finito senza decisioni. Un nuovo nuovo vertice è previsto per la prossima settimana, presente Arcelor Mittal.
Anche secondo Bruno Manganaro, segretario generale di Fiom Cgil Genova, si è trattato di «un incontro inconcludente: il governo rigetta il piano di Mittal ma non è stato in grado di dirci nemmeno oggi cosa intende fare se l’ azienda non torna indietro. Quello che ci vorrebbe adesso è la rabbia dei lavoratori, l’ unica che può farci uscire dalla palude».
Antonio Apa, segretario generale di Uilm Genova, dichiara: «Il Mise ha confermato che il cosiddetto piano industriale di Arcelor Mittal prevede 5000 esuberi (compresi i 1700 in AS), il rinvio del rifacimento dell’altoforno n. 5 e una riduzione produttiva a regime da 8 milione tonnellate a 6 milioni. Alla faccia del piano industriale! Questo è poco più che un compitino improvvisato e mal fatto, non certo un rilancio della siderurgia. In questo contesto Genova rischia tantissimo, perché se non arrivano i coils da Taranto da lavorare, prima o poi la mannaia colpirà anche qui. Il governo ora deve seriamente prendere in mano la situazione, dopo aver contribuito pesantemente a questa situazione».
Anche i ministri Stefano Patuanelli, Roberto Gualtieri e Nunzia Catalfo hanno attaccato la multinazionale bollando il piano come “inadeguato”, “inaccettabile” e “insoddisfacente”.