Lega e Toti non sono in sintonia sulla gestione dell’emergenza Coronavirus in Liguria. In sostanza i leghisti chiedono misure più radicali di quelle adotate finora dal governatore.
Un comunicato del deputato genovese Edoardo Rixi, vicinissimo al segretario nazionale Matteo Salvini, non contiene critiche esplicite alla giunta ma afferma che «le mezze misure non servono».
«La chiusura totale di tutte le attività – si legge nella nota – non di prima necessità è l’unica strada possibile per il contenimento del Covid 19: le mezze misure non servono. È necessaria una serrata per un periodo certo, con garanzie e tutele certe per imprenditori, commercianti, piccoli artigiani, partite Iva e per lavoratori. Il caso di Codogno, dove dopo la ‘quarantena’ totale siamo arrivati all’azzeramento dei nuovi casi, non può essere ignorato. Se Regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, con un sistema sanitario di eccellenza e un sistema produttivo che rappresenta la locomotiva del Paese, chiedono misure drastiche significa che non c’è più tempo da perdere. Il Covid 19 non è solo un problema italiano: i contagi di cui ci arrivano notizie anche dalla Commissione europea indicano che l’Europa deve vedere il virus come una realtà per tutta la Ue e non può esimersi da prendere misure stringenti che valgano per tutti i Paesi membri».
Ieri due assessori della Lega, Sonia Viale e Andrea Benveduti, sono intervenuti su questioni relative al Coronavirus attraverso due comunicati emessi non dall’ufficio stampa della Regione ma da quello della Lega. E già ieri Viale affermava che «laddove sono state assunte misure drastiche, come a Codogno, è stata rallentata la curva dei contagi».