La mancata schiarita nei rapporti tra Usa e Cina, i dati poco incoraggianti dell’economia tedesca, secondo la Bundesbank entrata in recessione negli ultimi tre mesi, e le dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi, che nella sua audizione al Parlamento Ue ha annunciato un rallentamento dell’eurozona, hanno depresso le Borse europee, terminate tutte in rosso. Londra segna -0,22%, Parigi -1%, Francoforte -0,97%.
Milano ha concluso le contrattazioni con Ftse Italia All-Share a 23.835,51 punti (-1,02%) e Ftse Mib a 21.899,88 punti (-1,01%). Poco mosso lo spread Btp/Bund, attestato a 142 punti base (variazione -0,95%, rendimento Btp 10 anni +0,83%, rendimento Bund 10 anni-0,58%) da 143 pb di venerdì sera
A Piazza Affari, il maggior ribasso del Mib è stato della Juventus (-4,75%) che venerdì dopo la chiusura dei mercati ha annunciato una perdita di 39,9 milioni nell’esercizio 2018-19 e un aumento di capitale fino a 300 milioni di euro a sostegno del piano di sviluppo della società. Il maggior azionista della Juventus, la Exor (-3,44%) della famiglia Agnelli, ha assicurato che farà la sua parte nell’aumento sottoscrivendolo per la sua quota di competenza, pari al 63,7 per cento del capitale.
Sul fronte dei cambi, le notizie dalla Germania hanno contribuito a indebolire l’euro, sceso sotto 1,10 dollari. La divisa europea passa di mano a 1,0996 dollari (1,1014 in avvio e 1,1053 venerdì sera), e a 118,173 yen (118,67 e 118,75), quando il dollaro vale 107,469 yen (107,74 e 107,94).
Il prezzo del petrolio sale, con il contratto sul Wti consegna novembre in progresso dello 0,2% a 58,21 dollari al barile, quando quello sul Brent del Mare del Nord di pari scadenza è quasi invariato a 64,29 dollari al barile.