Aperto il bando per l’assegnazione delle riserve turistiche di pesca nelle provincie di Savona e Imperia, con la novità delle gare a Osiglia.
«Queste riserve – spiega l’assessore alla Pesca Stefano Mai – sono sempre state affidate tramite le Provincie. Oggi procediamo a un’assegnazione regionale. Partiamo dalle province di Savona e Imperia, e successivamente penseremo a Genova, mentre a La Spezia non sono mai state istituite».
Al bando potranno partecipare i Comuni, i consorzi e le unioni dei Comuni e le associazioni di pesca sportiva. Le domande dovranno essere inviate in Regione e basate su tre punti fondamentali. Come primo aspetto, la proposta tecnica, che deve tenere conto sia delle attività di pesca, sia della tutela della fauna ittica. In secondo luogo verrà valutata l’esperienza pregressa, perché la gestione di queste riserve è molto complessa e fondamentale per la regione, in quanto non si tratta di curare solamente un’attività sportiva e ricreativa, ma anche di tutelare la biodiversità. In terzo luogo saranno analizzate le proposte di valorizzazione dell’area, in cui sarà compresa anche l’attività di semina di pesce adulto e di vigilanza.
La novità che tra le Riserve turistiche di pesca dove sarà possibile organizzare raduni e gare, entra anche il lago di Osiglia. «Era un obbiettivo – precisa Mai – che mi prefiggevo da tempo. Un lago splendido come Osiglia è ideale per raduni e gare di pesca sportiva, Alcuni giorni fa è stata approvata in commissione consiliare questa modifica della Carta ittica savonese che prevede che tra i tratti dei corsi d’acqua idonei alla costituzione di zone per gare e raduni di pesca, venga compresa anche la Riserva turistica di pesca del lago di Osiglia, alla stessa stregua di tutte le altre riserve. Gare e raduni si potranno quindi organizzare purché tali attività siano subordinate all’osservanza delle disposizioni inerenti le misure di conservazione del sito Natura 2000».
In totale saranno 44 le riserve assegnate. 22 in provincia di Savona (dislocate nei torrenti Erro, Maremola, Neva, Nimbalto, Pennavaire, Pora, Quiliano, Teiro, Valla e Zemola. Nei rii Ferranietta, Giovo, Loppa, Parasacco e Pollovero. Nei fiumi Bormida di Mallare, Bormida di Millesimo, Bormida di Pallare e nei laghi dell’Antenna e Osiglia) e 22 in quella di Imperia (dislocate nei torrenti Amea, Argentina, Arogna, Arroscia, Bevera, Carpasina, Giara di Rezzo, Impero, Negrone, Nervia, Prino, San Lorenzo e Zerencà e nel fiume Roja).
In arrivo anche la possibilità di pescare nei porti per attività sportiva e ricreativa. «Abbiamo fatto un passo importante anche per la pesca nei porti – aggiunge l’assessore – in giunta abbiamo approvato il via libera alla sottoscrizione del Protocollo d’intesa per permettere la pesca sportiva e ricreativa nei porti. A breve incontreremo le Autorità portuali, la Guardia Costiera, Fiops, Fipsas e Arci pesca fisa per firmarlo e offrire questa importante opportunità in tutta la Liguria. Va considerato che la pesca sportiva conta oltre due milioni di appassionati in Italia e rappresenta anche un’importante risorsa sotto il profilo turistico”.
Quattro i porti coinvolti dal protocollo. «Il nostro obiettivo – dice Mai – è permettere la pesca nei grandi porti, per questo motivo abbiamo coinvolto i porti di Genova, Savona, La Spezia e Vado Ligure. Tutta la procedura sarà seguita tramite un tavolo tecnico convocato da Regione. Questo perché le operazioni devono avvenire in sicurezza e nel pieno rispetto del mare. Stiamo parlando di un bacino di oltre 200mila persone interessate. Di conseguenza abbiamo previsto che le aree in cui sarà consentito l’esercizio della pesca verranno adeguatamente segnalate. L’attività sarà regolamentata e verranno altresì individuate delle adeguate sanzioni per chi infrange le regole»
È prevista la redazione della Carta ittica regionale per la pesca delle acque interne. «Ci siamo concentrati sui nostri laghi e corsi d’acqua. A seguito del trasferimento delle competenze dalle Provincie alla Regione, ci siamo presi l’impegno di arrivare alla stesura di una carta ittica regionale partendo dalle quattro carte ittiche provinciali. Inizieremo tramite delle campionature di pesce per capire la popolosità delle nostre acque e identificare le aree dove consentire la pesca e quelle dove vietarla. Abbiamo previsto anche una convenzione con l’Università di Parma per lo studio delle acque salmonicole in Liguria, in maniera da tutelare la presenza delle specie salmonidi».