Chiudono in rosso le borse europee, ancora penalizzate dai problemi di politica internazionale e dai timori di un rallentamento globale dell’economia. Il Cac 40 di Parigi segna – 0,42% a 4.847 punti, il Dax 30 di Francoforte -0,41% a 11.090 punti, il Ftse 100 di Londra -0,99% a 6.901 punti.
Milano ha terminato le contrattazioni con Ftse Italia All-Share a 21.367,26 punti ((-0,95%) e Ftse Mib a 19.437,27 punti (-1,03%). Fermo sui 250 punti base lo spread BtP Italia/Bund a 10 anni.
A Piazza Affari, frenata dalle stime dell’Fmi sul pil 2019 in contrasto con quelle del governo di Roma, deboli le banche, anche se il ribasso maggiore sul listino principale è di Telecom (-6,24%), scesa a nuovi minimi dopo l’annuncio di risultati preliminari 2018 peggiori delle attese e alla luce dello scontro permanente tra i due principali azionisti, Elliott e Vivendi.
Sul mercato dei cambi, euro poco mosso a 1,1362 dollari (1,1365 ieri in chiusura) e in assestamento a 124,33 yen (124,64), mentre il rapporto dollaro/yen è a 109,42 (109,39). In moderato rialzo la sterlina, mentre resta alta l’incertezza sulla Brexit: la valuta britannica e’ indicata a 0,8768 per un euro (0,8815) e a 1,2958 dollari (1,2892).
Il prezzo del petrolio e penalizzato dai timori sull’andamento dell’economia e, di conseguenza, della domanda di energia: il future marzo sul Wti perde il 3,45% a 52,3 dollari al barile, mentre l’analoga consegna sul Brent scivola del 2,85% a 60,95 dollari.