Le famiglie savonesi hanno già raccolto 3 mila e 500 euro. Saranno impiegati per una procedura di ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro gli aumenti decisi dal Comune su scuole e asili.
«Abbiamo bisogno di raccogliere ancora qualche contributo per raggiungere la “soglia di sicurezza” – spiega un rappresentante del comitato dei genitori di Savona – cioè per coprire anche le spese di un’eventuale perdita, in modo che nessuno ci rimetta economicamente».
Oggi pomeriggio alla libreria Ubik di corso Italia (dalle 16,15 alle 17,30) si terrà un nuovo incontro per raccogliere sottoscrizioni e fare il punto sulla situazione. Sotto accusa tutti i rincari, che l’amministrazione di centrodestra ha motivato con la necessità di ripianare il buco di bilancio ereditato dalla precedente giunta. Una decisione in particolare ha però fatto infervorare i genitori dei bambini: il divieto di consumare a scuola i pasti portati da casa.
Cristina Bellingeri, assessore alle Politiche sociali, ha firmato una circolare che prevede l’obbligo di partecipare alla mensa per i bambini iscritti al tempo pieno; sono invece esentati quelli che hanno solo uno o due rientri settimanali.
Questa differenza di trattamento, che porterebbe a spendere circa 30 euro a settimana (la tariffa massima applicabile è salita da 4,40 a 6 euro a pasto), non è stata gradita dalle famiglie; in particolare da quelle già in difficoltà economica. Ed è così che una cinquantina di mamme hanno deciso di formare un comitato. «Per poter dialogare ufficialmente e unitamente con le istituzioni – spiegano – E per poter contrattare un piano di tagli ai servizi ragionati, visto che comunque sono necessari per risanare il bilancio».
La pressione delle mamme ha già ottenuto due notevoli risultati: Silvano Montaldo, assessore al Bilancio, ha rinviato a settembre gli aumenti per quanto riguarda gli asili nido. E se quelli previsti per le mense scolastiche sono comunque entrati in vigore a gennaio, sono stati rivisti per le famiglie con più di un figlio.