«Creare un sistema territoriale integrato, fra tutti gli operatori già pagati presenti fuori dall’ospedale, in un sistema che oggi nel nostro paese non esiste e che si chiama assistenza primaria». Lo ha dichiarato il presidente nazionale di Federazione Sanità-Confcooperative Giuseppe Milanese, intervistato da Liguria Business Journal durante un convegno a Sanremo. «Un sistema – continua Milanese – affidato e basato su famiglie che hanno fatto ricorso sempre più all’aiuto delle badanti. Confcooperative vuole mettere in rete le cooperative di medici di medicina generale, di farmacisti, cooperative sociosanitarie e mutue nel costruire un sistema di risposte ai pazienti con fragilità, cronicità e invalidità, che hanno il problema più grosso da affrontare nei prossimi anni».
Un argomento non certo secondario in una regione, la Liguria, che Angelo Granieri, presidente del sindacato Fimmg dei medici di famiglia imperiesi, ha paragonato all’Italia del futuro: «Il 75% dei nostri pazienti è composto da popolazione anziana. Il sistema così com’è non tiene. Il paziente domanda assistenza prima ancora che cure mediche».
La risposta deve venire dal territorio e può essere nelle cooperative ma la normativa rappresenta uno scoglio: oggi i medici possono istituirle ma solo “di servizio” per condividere spese e non per fornire e fatturare servizi sociali, sanitari e assistenziali. «È necessario parlare con le istituzioni – ha aggiunto su questo punto Giuseppe Milanese – ma il nostro auspicio è che chi già lavora si metta insieme e cominci a individuare modelli operativi che possano poi indurre le istituzioni ad accorgersi che c’è tutta una società che risponde in maniera sussidiaria».
Tra i relatori anche Eliano Delfino, direttore sanitario dell’Asl 1 imperiese: «Gli ospedali devono concentrare l’attività nelle cure a media e alta intensità, cercando di spostare all’esterno tutto ciò che è bassa intensità» ha detto Delfino durante l’intervento. «L’Asl 1 imperiese – aggiunge per Liguria Business Journal – vuole organizzare il territorio coi medici di medicina generale attraverso le forme già esistenti (medicina in rete, medicina di gruppo). Sulla possibilità di allargare il concetto di cooperativa al campo sociale, l’Asl può essere un punto di riferimento forte e strutturato, ma i medici hanno vincoli e obblighi e la forma cooperativistica ha regole ben precise».
Secondo il presidente del sindacato medici imperiesi Alberto Granieri «le condizioni burocratiche rischiano di vanificare gli slanci. Esiste una confusione sui modelli d’associazione che possiamo attuare ma che non hanno forma giuridica. Le cooperative pagano stipendi e spese, ma è sempre il medico a fatturare prestazioni». La sfida è quella di allargare le opportunità di prestazioni assistenziali su tutto il territorio, coinvolgendo il mondo del terzo settore: «Uscire dalla logica delle gare – ha affermato il segretario regionale di Confcooperative Liguria Valerio Balzini – per entrare in quella dei progetti».