Con oltre 2,3 miliardi di dollari, la cantieristica nautica italiana è la prima al mondo per valore del surplus commerciale (differenza tra export ed import). È quanto risulta da uno studio di Symbola, Fondazione Edison e Ucina e diffuso al Salone. Il surplus commerciale italiano doppio della Germania (1,2 mld), e molto meglio di Francia (583 mln) e Usa (547 mln), rispettivamente seconda, terza e quarti. Un valore, quello italiano, pari alla somma dei risultati di questi tre paesi, nostri principali competitor, nonché in crescita rispetto al risultato del 2009 (1,9 mld). Per capire l’importanza del dato, si pensi al fatto che il surplus della nautica rappresenta oltre il 4% del surplus complessivo registrato dall’Italia nel 2014.
Il sistema italiano delle imprese della nautica primeggia in Europa: con quasi 9.000 occupati diretti nella produzione cantieristica (a fronte dei 18.000 totali) superiamo Regno Unito (8.363), Francia (7.083) e Germania (5.738). Per quanto riguarda il numero di imprese costruttrici, a parte i Paesi Bassi (che ne hanno più di noi, ma evidentemente di dimensioni ben minori: 5,7 addetti per azienda, in media, contro i nostri 14,8), l’Italia, con 598 aziende, primeggia davanti a Svezia, Regno Unito, Francia, Polonia e Germania.
Il surplus commerciale dei prodotti dell’industria nautica la colloca nettamente ai vertice del made in Italy. Lo scambio commerciale di unità da diporto a motore entrobordo, per esempio, produce uno dei maggiori surplus nazionali: 2,2 miliardi di dollari. Si tratta di un valore superiore a quello di altre grandi produzioni made in Italy, dall’occhialeria, alla pasta (non farcita), ai mobili in legno, che colloca la produzione di unità con entrobordo al 13° posto su oltre 5.000 prodotti censiti. Nel medagliere dei prodotti in cui l’Italia ha la leadership mondiale, la nautica si colloca all’8° posto per valore dell’export.
L’export della nautica conosce una crescita che fa invidia agli altri settori del made in Italy: tra il 2013 e il 2014 – e siamo ancora nella coda della crisi – è lievitato dell’11% (valore al netto della commessa “Ocean Victory” di 140 metri, contabilizzata dall’Istat nel solo 2014 anno della consegna), ben più del settore degli alimentari e vini (+3,5%), della moda (+4,1%), dell’arredo-casa (+3,5%) e della meccanica (+3,8%).