«Le grandi opere rappresentano un volano di sviluppo di cui sono un esempio i cantieri del Terzo Valico e del nuovo Ponte sul Polcevera, in cui a regime saranno occupate 6.000 persone, che potranno arrivare a 7.000 con il nodo ferroviario, con un sostegno a oltre 25.000 persone se si considerano i nuclei familiari». Pietro Salini, amministratore delegato di Salini Impregilo, ha rilanciato da Genova le opportunità che le infrastrutture strategiche rappresentano non solo per la città, ma in generale per l’Italia, dal simposio organizzato da Fondazione Sorella Natura “Sviluppo sostenibile, economia circolare, infrastrutture, tutela del territorio”.
Progetto Italia
Nel corso del simposio Salini ha ribadito la volontà di realizzare quello che è chiamato “Progetto Italia“, l’operazione industriale lanciata proprio da Salini Impregilo che punta a stimolare la crescita nel lungo periodo, secondo criteri di sostenibilità sociale e ambientale. L’obiettivo è di creare un grande player competitivo in Italia e all’estero che spinga l’occupazione diretta e della filiera delle piccole imprese che danno lavoro sui territori.
«Gli imprenditori hanno avuto sempre il mito del compratore dall’estero, per la paura del futuro. Oggi in tanti non si rendono conto che la competizione non è in Italia, ma globale. Salini opera in 52 Paesi del mondo e il mercato principale è in Usa e Australia. Gli alibi che si sentono dire: mancanza di denaro e il turismo che ci salverà, ma oggi occorrono grandi imprese che investano. Solo con la grande dimensione si può avere efficienza, processi di safety e security». Il settore delle costruzioni, secondo Salini, non ha investito in tecnologia e ricerca, perdendo in produttività. «In passato, è successo con un pezzo di industria, le competenze sono andate fuori dal Paese, non vorrei succedesse con ingegneria per mancanza di visione. Il nostro mondo muove molte migliaia di persone, quindi siamo riusciti a ottenere l’attenzione del pubblico». Sui tempi resta fermo il mese di luglio: «Bisogna dare risposte. Al di là delle questioni del tribunale, le aziende non possono aspettare, Astaldi (coinvolta nel progetto Italia) deve avere la forza nei tempi che servono. Il giorno dopo che il treno è partito è partito».
Salini Impregilo è, su Genova, proprio al lavoro su queste tre infrastrutture. Al di là del ponte Morandi, l’ipotesi di accorpamento di Terzo Valico e nodo ferroviario di Genova viene considerato fondamentale: «Velocizzerà moltissimo: questo significa aver un’altra sicurezza per tutti i lavoratori, significa ripartire subito con le opere, significa mille posti di lavoro. Ricordiamoci che il nodo non è solo col cantiere di oggi ma è anche raggiungere i punti finali della destinazione ferroviaria».
Per Salini «fare sviluppo sostenibile significa avere una visione di lungo periodo, e nel settore delle infrastrutture questo approccio non è solamente auspicabile ma necessario», ha aggiunto Salini, criticando però l’eccesso di norme che stanno impedendo lo sviluppo italiano: «Non esiste funzionario che non chieda parere all’Anac, l’Autorità nazionale anti corruzione, ma anche il parere positivo non salva dal processo. Occorre lavare il peccato originale del 1992, Tangentopoli. Serve un nuovo patto sociale». Salini critica l’eccesso di norme, in cui proprio nelle dimenticanze si annida il problema degli eventuali processi».
Genova in questo caso è stata un esempio da prendere a modello: «Stiamo facendo una join in, il ponte Morandi verrà ricostruito in tempi che non sono terreni per questo Paese e in Europa. Abbiamo fatto un patto e naturalmente dobbiamo garantire la legalità». Proprio in ottica di massima trasparenza, Salini ha annunciato che sono già state installate tre telecamere (arriveranno a sette) nella zona del cantiere del ponte, in modo da mostrare in tempo reale che cosa accade.