Un accordo con Confindustria Genova per sostenere le imprese nei loro progetti di internazionalizzazione, una mappa dei rischi per conoscere i Paesi off limits e i mercati più promettenti: due strumenti che la società assicurativo-finanziaria Sace offre alle imprese liguri che lavorano all’estero e si trovano di fronte un panorama altamente instabile, ma anche ricco di opportunità da cogliere. Se ne è parlato oggi nel corso dell’incontro organizzato da Sace a Palazzo Ducale a Genova. «Guardiamo Sace anche come un elemento per la valutazione dei rischi – commenta Giuseppe Zampini, presidente di Confindustria Genova – Rischi di credito, geopolitici, della violenza nei Paesi. Non è da trascurare il fatto che molte piccole e medie imprese si muovono su territori non sempre noti. Ma queste sono considerazioni che devono fare anche le grandi realtà imprenditoriali. Da questo punto di vista le opportunità che Sace offre sono di analisi, ma anche di supporto».
Il rischio Paese ha influito pesantemente sull’export 2015 in Liguria: le imprese confermano la propria vocazione all’esportazione, con il 56% delle vendite dirette verso il mercato extra Ue, ma queste sono risultate in calo del 12%. Al contrario, i mercati dell’Unione europea hanno fruttato una crescita di quasi dieci punti percentuali. «Ma complessivamente emerge un calo del 4,2% nell’anno: il fatturato scende da 7,2 miliardi a 6,8 miliardi», precisa Alessandro Terzulli, capo economista di Sace. Nel dettaglio, alcuni comparti in Liguria hanno registrato risultati positivi: è il caso di beni agricoli (+12%9, gomma e plastica (+11%), alimentari e bevande (+9%), metalli (+9%) e prodotti chimici (+7%).
In questo contesto si inseriscono Sace e Confindustria Genova, che siglano un accordo a supporto delle imprese liguri che fanno dell’export il proprio business. Un sace Point “a chiamata” dove gli imprenditori possono incontrare di persona gli esperti della società per chiarire dubbi, verificare la fattibilità di progetti di internazionalizzazione e identificare i prodotti più adatti per sostenerli. E, a fianco a questa iniziativa, una vera e propria mappa dei rischi che, anche in versione App, che identifica le diverse tipologie di rischio a cui si espone un’azienda nell’operare all’estero, basandosi sull’analisi del rischio di credito affrontato da esportatori, finanziatori, investitori industriali in 196 Paesi: tra le geografie più rischiose per il 2016, Brasile, Grecia, Iraq e Russia.
E proprio per i settori trainanti dell’economia della regione (meccanica strumentale, prodotti chimici, alimentari e bevande, gomma e plastica, metalli), che da soli rappresentano più della metà delle vendite estere liguri, la mappa segnala importanti margini di crescita verso diversi mercati emergenti, in alcuni dei quali il profilo di rischio non è certamente da trascurare: è il caso del Medio Oriente (Iran ed Emirati Arabi), Algeria, Sud Africa, Turchia. «Da sottolineare l’importanza che rivestono, soprattutto nel lungo periodo, molti nuovi mercati per le imprese italiane e liguri – spiega Terzulli – Si tratta di India e Cina, anche se questa sta attraversando delle difficoltà nel breve periodo, e, rimanendo in Europa, la Polonia. Tra le nuove economie emergenti anche le Filippine e alcuni Paesi del Sud America, come Cile e Perù: finora sono ancora mercati minori e poco noti per i nostri esportatori ma, a nostro avviso, nel futuro daranno molte soddisfazioni».