I pescatori liguri e toscani protestano e chiedono un intervento deciso del governo per poter lavorare. Oggetto dell’agitazione è la pesca del rossetto: il 26 novembre scorso la commissione tecnica europea che si occupa di questo settore (Stecf) aveva dato parere favorevole al piano di gestione ligure-toscano che consente la pesca. Ma, da allora, non è ancora arrivato il parere positivo della Commissione europea e, in mancanza di questo, il governo italiano non ha autorizzato l’avvio della campagna di pesca.
«Stiamo parlando di rossetti, cioè di Aphia minuta, un pesce adulto che può raggiungere le dimensioni massime di 6 centimetri – spiega Daniela Borriello, responsabile Pesca di Coldiretti Liguria – e non del classico bianchetto, che è invece novellame di acciughe. Il fatto è che la pesca al rossetto si svolge dal primo novembre al 31 marzo: con questi ritardi burocratici rischia invece di saltare per tutte barche interessate con danni gravissimi». Barche che, in Liguria, sono 76, e occupano tra 150 e 200 pescatori. E barche che sono state attrezzate con le reti speciali per questa pesca e hanno già perduto quarantacinque giorni di attività.
Secondo studi europei, la pesca del rossetto costituisce il 70% del reddito delle imprese di pesca che hanno questo permesso e dà lavoro, tra Liguria e Toscana, a circa 800 persone di cui 450 nella produzione primaria, cioè nella pesca (gli altri lavorano nell’indotto). Il fatturato della campagna di pesca al rossetto della stagione 2014-15 è stato di un milione e mezzo di euro.
Perché si è arrivati alla protesta dei pescatori? È accaduto che il piano di gestione triennale della pesca al rossetto per Liguria e Toscana per il 2010-2013 era stato approvato dall’Europa e, di conseguenza, autorizzato dal governo italiano, quattro anni or sono. Scaduto nel 2014, lo scorso anno è stata consentita – nelle more burocratiche – la campagna come pesca sperimentale.
Si attendeva l’approvazione del piano per il 2015-18, inviato a Bruxelles, ma l’iter (ok da parte dello Stecf, “timbro” della Commissione europea, autorizzazione da parte del governo italiano), si è “incagliato” proprio nel periodo di pesca già iniziato. L’ok della Commissione europea arriverà, ma Roma, nel frattempo, non autorizza. La Coldiretti Impresa Pesca si è prodigata da tempo affinché questa autorizzazione arrivasse il più velocemente possibile. Intanto, la campagna di pesca ha già perso un terzo del periodo utile, con le barche ferme e i pescatori che si dichiarano “disperati” per questo danno ormai irrecuperabile. Infatti i primi due mesi sono i più pescosi e chi risarcirà i pescatori per il mancato reddito?