Uno studio commissionato da Ener2Crowd, la piattaforma e app per gli investimenti green, all’International Center for Social Research ha approfondito il tema della “rischiosità climatica” per le aziende, settore per settore, stilando anche un elenco delle provincie dove le imprese sono più esposte ai vari rischi. In particolare sono stati presi in esame quattro rischi: ondate di calore, precipitazioni intense, inondazioni e frane.
Per quanto riguarda la provincia di Genova, secondo l’indagine, il maggiore fattore di rischio per le imprese sono le inondazioni che interesserebbero il 35% delle aziende, seguite dal rischio frane (29%).
«Nel nuovo scenario contraddistinto da cambiamenti climatici sempre più rapidi, un’impresa su 3 risulta esposta a potenziali perdite economiche a causa di questi 4 fenomeni naturali presi in considerazione nello studio dell’Icrs – International Center for Social Research», sottolinea Niccolò Sovico, ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com.
Lo studio Icrs, realizzato a luglio 2023, ha calcolato la probabilità che a seguito di fenomeni naturali si verifichino perdite economiche aziendali, includendo anche i mancati introiti ed i costi di riparazione.
«Già ad oggi a livello globale i disastri naturali causano oltre 10 mila morti all’anno e danni per più di 250 miliardi di dollari», mette in evidenza Giorgio Mottironi, cso di Ener2Crowd.com.
Il settore maggiormente a rischio? È quello dell’Agricoltura, allevamento e pesca (56%), ma sul podio anche Energia, gas ed acqua (45%) ed Edilizia (44%). Seguono poi Magazzini/Logistica (42%), Industria (39%), Alberghi e ristorazione (35%), Servizi (33%), Commercio (32%) e Artigianato (30%).
A livello di zone di rischio, i dati dello studio Icrs rivelano che i rischi non sono uniformi in tutto il territorio nazionale, salvo che per le ondate di calore che — seppure interessino maggiormente le province nel Sud Italia e quelle della valle del Po — sono fortemente influenzate dal riscaldamento globale e risultano quindi più omogenee tra i diversi territori della nostra Penisola.
Con riferimento alle inondazioni le 10 province più esposte sono: Rovigo (40%), Genova (35%), Udine (32%), Gorizia (31%), Ferrara (26%), Firenze (24%), Catania (23%), Lecce (21%), Pisa (20%) e Siracusa (18%).
«Il rischio inondazione è elevato per le aziende collocate nelle province della bassa valle del Po, nelle zone costiere a scarsa elevazione e nelle zone caratterizzate da piogge torrenziali e inondazioni improvvise», dicono gli esperti di Ener2Crowd.
Mentre per le frane si collocano sul podio Aosta (62%), Verbano-Cusio-Ossola (45%) e Trento (44%), seguite da Sondrio (42%), Belluno (40%), Lecco (32%), Bolzano (31%), Genova (29%), Como (24%) e Frosinone (22%). Sono quindi più esposte le province interamente ubicate in zone montuose e in particolare quelle sulle Alpi.
Per le ondate di calore troviamo: Catania (58%), Taranto (57%), Foggia (55%), Brindisi (50%), Medio Campidano (49%), Rovigo (48%), Ferrara (47%), Bologna (45%), Piacenza (40%) e Pavia (37%).
In quanto a precipitazioni intense, più a rischio sono Verbano-Cusio Ossola (84%), Lecce (45%) e Siracusa (30%). Seguono poi Vercelli (27%), Livorno (23%), Grosseto (11%), Aosta (9%), Trapani (7%), Agrigento (6%) e Novara (5%).
«La stima della perdita media annua causata da questi 4 fattori è oggi pari all’1,5% del fatturato delle aziende, ma il dato più eclatante è che entro il 2050 — per effetto del cambiamento climatico— le perdite potrebbero aumentare fino al 10% del fatturato» conclude Niccolò Sovico, CEO, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com.
«Certo il problema è globale — prosegue l’ideatore della piattaforma — ma anche l’Italia può fare la sua parte: le nostre tecnologie green e la partecipazione del crowd possono arrestare il cambiamento climatico, ne abbiamo le conoscenze, le competenze e le tecnologie esecutive».