Miliardi di crediti fiscali incagliati. Cessioni dei crediti ingolfati dal cambio delle regole del gioco in corso d’opera e dal divieto imposto agli enti pubblici di farsi carico dei crediti. Migliaia di aziende precipitate in una crisi di liquidità che sta già provocando pesanti ricadute occupazionali.
La denuncia è di Ance Liguria, che nei giorni scorsi ha partecipato alle audizioni indette dal consiglio regionale: al centro del dibattito una proposta di legge, che potrebbe fare scuola a livello nazionale, mirata a rimettere in moto il meccanismo che era stato innescato dal Superbonus.
«A mesi di distanza il caso Superbonus – afferma Emanuele Ferraloro, presidente di Ance Liguria – è sparito dalle prime pagine dei giornali, ma continua a essere un buco nero che necessita di interventi rapidi e specifici in materia fiscale e normativa. Condividendo i principi dell’iniziativa dei consiglieri del movimento 5 Stelle in Regione, Ance Liguria ribadisce la necessità di mantenere vitale l’istituto incentivante per gli interventi di efficientamento energetico e di agevolare lo smaltimento dei cosiddetti crediti “incagliati”. La saturazione degli acquirenti dei crediti e, soprattutto, le innumerevoli modifiche legislative sull’istituto hanno determinato l’incaglio di miliardi di euro di crediti fiscali e posto le imprese esecutrici nella paradossale e rischiosa condizione di disporre di cassetti fiscali colmi di crediti e conti correnti vuoti».
Secondo Ance Liguria è necessaria una soluzione istituzionale, di sistema e di mercato per i crediti incagliati. Anche perché a mesi di distanza stanno emergendo con chiarezza le ricadute positive del Superbonus che ha interessato più del 50% delle imprese edili italiane. I benefici prodotti dal superbonus sono: un terzo della crescita del pil negli anni 2021 e 2022 attribuibile all’edilizia; incremento del pil che ha comportato un miglioramento del rapporto percentuale rispetto al debito pubblico che nel 2022 è sceso dal 149,8% al 144,7%; un marcato effetto ridistributivo che ha consentito «di
superare i problemi che limitano la possibilità di fruire dell’agevolazione a quei contribuenti con vincoli di liquidità aumentando in modo significativo la fruizione delle
agevolazioni per il risparmio energetico nei comuni a reddito più basso». Inconfutabili i benefici ambientali: il risparmio garantito dai bonus edilizi degli ultimi anni sfiora i due miliardi di metri cubi di gas, pari a più di 2/3 del risparmio gas, previsto dalle misure di riduzione dei consumi per il settore domestico varate ad agosto 2022.
Il gettito fiscale legato alle componenti “lavoro”, “prodotti”, “redditi” (di imprese, professionisti, imprese) e “spesa” legata al reddito, senza considerare le conseguenze
a cascata che si producono sull’economia, con entrate per lo Stato, ammonta al 47% degli importi complessivamente destinati a crediti fiscali.
Da questi numeri discende una considerazione, ribadita dal presidente di Ance Liguria, Emanuele Ferraloro: «Cambiare marcia e farlo subito». Secondo Ance “è urgente precisare le misure di promozione dell’acquisto dei crediti da parte degli enti e società strumentali regionali, definire un sistema stabile e adeguato di incentivi diretti all’efficientamento energetico e antisismico del patrimonio immobiliare, varare una riforma del Superbonus e degli altri bonus edilizi che garantisca il raggiungimento dell’interesse pubblico richiesto dall’Europa, consentire l’accesso a tutti i contribuenti. È necessario rimodulare i bonus di ristrutturazione di interi edifici in chiave energetica ed antisismica, con garanzia di piena copertura, da parte dello Stato, dei costi a carico dei soggetti a più bassa capacità reddituale. Il nuovo sistema di incentivi dovrà sostenere adeguatamente la domanda di abitazioni nuove o incisivamente ristrutturate in chiave energetica, che oggi invece sconta una tassazione molto più elevata di quella che si rivolge al mercato dell’usato”.